Per non dimenticare….
BERGAMO E’ FERITA
BERGAMO RINASCERA’


Continuano a sfilare i nostri “testimonial” come da progetto, fotografati da © Ivan Mologni:
10. Marta & Aspen
11. Carmela
12. Pietro
13. Wilma & Kiko Pota

Dati Tecnici:
di © Ivan Mologni
Presento nel F.C.B. due volumi di cui ho curato l’aspetto fotografico. Essi sono:
Vol. 1 – Pedrengo fonti e documenti (oggetto del presente articolo)
Vol. 2 – Pedrengo visite pastorali
Entrambi editi dalla Biblioteca Civica di Pedrengo.
Per l’occasione sono stato contattato dai responsabili della Biblioteca per realizzare un servizio fotografico completo di architettura.
In questo caso è consigliabile un’attrezzatura con macchina fotografica di almeno 6 X 6, Medio Formato, per assicurare la maggiore nitidezza possibile e, come pellicola, utilizzare diapositive a colori. Poi è indispensabile un treppiede professionale (in questo caso ho usato un Manfrotto 055 x Pro B – Testa 488 RCZ nero), una livella a bolla, scatto flessibile, paraluce ed eventuali filtri correttivi, oltre che un esposimetro separato con lettura sia media che spot, quale l’ottimo Gossen Lunasix 3 con accessori grandangolo e/o tele.
Ma descriviamo l’attrezzatura da me utilizzata per questo impegnativo intervento professionale:
Recentemente mi sono attrezzato con la Hasselblad Super Wide (SWC) 903 corredata dal famoso obiettivo Biogon 4.5/38 mm con angolo di campo di 90°. Quest’ottica eccezionale dà immagini perfettamente nitide anche ai limiti del campo di immagine, con elevato contrasto anche alle massime aperture di diaframma.
Tutte le ottiche Hasselblad intercambiabili sono prodotte dalla Carl Zeiss di Oberkochen (ex Germania Federale). Il sistema antiriflesso delle lenti è del tipo pluristratificato (multicoating).
Desidero infine ricordare che l’Hasselblad fu scelta anche per le missioni sulla Luna. le fotocamere usate dagli astronauti americani erano modello “Data”, con circuiti elettrici stampati derivati dalla fotocamera Hasselblad 500 EL/M.
Gli astronauti hanno abbandonato (!) sulla Luna ben 12 Hasselblad 500 EL di tipo modificato. Sono a disposizione di chi riesca a recuperarle…Hasselblad… una leggenda “stellare”
Interessanti titoli apparsi recentemente sulla stampa “fotografica”
Infine, la pellicola usata nelle pubblicazioni: Ektacrhome 100 – 5500° kelvin (luce diurna) nel formato 6 x 6. Trattamento chimico originale E 6.
Consiglio: per pubblicare le fotografie su un testo è molto meglio utilizzare materiale diapositivo poiché abbiamo solo un passaggio stampa “diretto”.














di © Riccardo Scuderi
Uno scatto – ricordo – quasi casuale fatto un paio di anni fa a Bergamo in zona Stadio, quando eravamo tutti più spensierati.
Oggi la stessa foto assume, nella mia immaginazione, un significato profondo che va oltre la mera composizione fotografica.
Oggi, quella scritta in caratteri cubitali si trasforma in un abbraccio simbolico a tutta Bergamo e alla sua splendida gente, che i tifosi della DEA, inconsapevolmente, hanno voluto tributare alla propria città:

di © Ivan Mologni
Un sentito ringraziamento di cuore e speranza alle “testimonial” che hanno posato per Ivan Mologni. Siamo sempre prudenti e coscienti: indossiamo le mascherine.
Hanno posato:



Dati Tecnici:
di © Ivan Mologni
Tra gli anni ’80 e ’90 ho presentato la mia tesi di Laurea al Politecnico di Milano – Facoltà di Architettura. Il mio relatore è stato il Prof. Gian Piero Calza. Presento, nell’occasione, una serie di fotografie sul Monastero di Astino nello stato di fatto (prima dell’attuale restauro).
Le immagini rappresentano gli esterni e gli interni dell’intero “ex Convento di Astino“. Le immagini che presento fanno parte della “Mostra d’Arte e Poesia” su “Astino”, esposizione che si svolse presso la Sala Manzù a Bergamo dal 3 al 18 dicembre 2016. Ricordo il patrocinio della Regione Lombardia, della Provincia e del Comune di Bergamo, della Fondazione “MIA” Congregazione Misericordia Maggiore di Bergamo ed il contributo di UBI Banca Popolare di Bergamo.
Un breve cenno storico sul Monastero stesso.
Ex Convento, fondato nel ‘200 e rinnovato nella prima metà del ‘500; oggi il complesso è restaurato e visitabile nell’arco dell’intero anno. Nel cortile, che in una parte ha un portico del ‘500, insiste la cappella duecentesca del Beato Guala. La Chiesa del Santo Sepolcro fu consacrata nel 1210 e rinnovata verso la metà del ‘500. La Fronte è settecentesca.
Come la chiesa, anche il Convento fu rinnovato nella prima metà del ‘500. Ci furono sistematiche spoliazioni nell’ultimo ‘800. In fondo al cortile del complesso vi è la Cappella del Beato Guala, Vescovo di Brescia, risalente al ‘200, a due piani, con una solida struttura di pietra. L’ex Convento presenta un imponente torrione angolare del ‘500.
L’ambiente in cui è ubicato, contribuisce a rendere eccezionale questa che è la testimonianza storica e artistica più insigne dei Colli di Bergamo.
Per ulteriori info: Astino nella Storia di Bergamo
In chiusura, i dati tecnici di ripresa fotografica:
Le foto sono stampate con il glorioso Durst 601 ed obiettivo Rodagon 50mm F/4 . prodotto dalla C. Rodenstock Monchen



di © Ivan Mologni
Ho fatto questa serie di scatti consecutivi con la modella Alice G.. Abbiamo iniziato questo gioco mimico, con scatti in continuo e le espressioni del viso in movimento, in varie interpretazioni.
L’illuminazione usata per questo tipo di fotografie di “beauty” rientra nel tema del ritratto. La luce deve essere morbida ed avvolgente per eventualmente minimizzare le piccole imperfezioni della pelle (non era questo il caso, visto il viso perfetto della nostra giovane modella!). La luce flash da studio è fornita da un soft-box posizionato frontalmente al soggetto con l’ausilio di un’altra fonte “ad ombrello”: vedere il riflesso luminoso negli occhi della modella.
Il fondo è nero e la modella è abbastanza distanziata, in modo da ottenere uno sfondo uniforme in tutti gli scatti.
Per la ripresa ho utilizzato la Reflex Contax S2A, interamente meccanica, con sincro lampo a 1/250. La pellicola è una Kodak 200 Gold negativa. L’obiettivo è un Sonnar 85mm f/1.2 della Carl Zeiss, il super luminoso “Re dei Ritratti“! La carta fotografica usata è marca la Fujicolor Crystal Archive Paper Supreme – superficie lucida.
Questo per quanto riguarda la tecnica. Durante gli scatti, per creare la giusta atmosfera, è stata la stessa Alice a scegliere una musica appropriata di sottofondo. Dopo alcuni scatti seriosi, si è proseguito con smorfie, boccacce, sberleffi e linguacce. In totale sono 36 scatti eseguiti in sequenza rapida. Tra tutti, ho selezionato i 9 scatti per me maggiormente significativi.
Un consiglio finale: il fotografo deve dare sicurezza alla fotomodella, mettere il soggetto a proprio agio, rendendolo protagonista e partecipe, per avere sempre risultati ottimali e soddisfacendo sia il fotografo che la protagonista!



di © Serena Dolfi













di © Ivan Mologni
Nella sua pluridecennale e gloriosa storia, il Foto Club Bergamo ha aderito alle seguenti Associazioni ed Istituti:

di © IvanMologni
Contax RTS III con obiettivo Carl Zeiss 28/85mm f 3.3/4 Vario – Sonnar
pellicola usata: KodaK Gold 200, stampata su carta Fujicolor Crystal Archive Supreme

Foto sotto: Macchina utilizzata: Fuji Instax Wide 300
Pellicola: Fujifilm Instax Wide – Instant film

di © Riccardo Scuderi
L’estate scorsa ho provato per la prima volta questo rullino, immagino ai più sconosciuto:
E’ la Washi Film “A”, una pellicola ortocromatica, interamente fatta a mano e prodotta dall’omonima casa produttrice nipponica, originariamente usata come protezione durante il processo di riproduzione delle pellicole cinematografiche. E’ una 12 ISO, quindi solo per fotografi arditi e che amano le sfide!
Allego le caratteristiche della pellicola e le modalità di sviluppo consigliate:

E’ caratterizzata da grana finissima e offre immagini ad elevato contrasto, come è possibile apprezzare in questi scatti fatti la scorsa estate con la Leicaflex SL2 ed obiettivo 50mm:









di © Ivan Mologni
La 1^ foto in ripresa è leggermente zoomata, dando un’immagine quasi irreale. La luce è direzionale sulla destra, con ombre ben determinate a sinistra:

le foto 2 e 3 sono stampate con vetro lavorato a contatto con la carta sensibile. Si evince dalle sperimentazioni l’effetto ottenuto:

di © Ivan Mologni
Con oggetti opachi, la Foto-Grafica – è illimitata!
Vi elenco, in sequenza, le sperimentazioni eseguite:





Tecnica: su carta contrastata, con luce diretta attraverso l’ingranditore per circa 30 secondi. Provare a sperimentare anche con tempi più lunghi.
Carta ILFORD Multigrade IV RC Deluxe Satinata – filtro magenta 90.
di © Ivan Mologni
Si, ho messo in posa la mia mano sinistra con il 60mm Macro Carl Zeiss f/2.8. L
L’illuminazione, alta e laterale, mi soddisfa e penso, in futuro, di fotografare altre parti del mio corpo…..

di © Ivan Mologni
E’ da tempo che volevo fotografare uno strumento musicale raro e caratteristico. L’ho trovato mettendo in “posa”, su fondale nero e con la luce sia di effetto che in diffusione.
E’ la classica Zampogna Bergamasca. Nelle nostre Valli Orobiche è riconosciuta nel nostro idioma come “orghenì de cana“; cornamusa “baghèt“; piva “pia“; piffero “pìfer“, “böss“.
La reflex usata è una Contax RTS III, con obiettivo Carl Zeiss 60mm Macro f/2.8 S Planar. Pellicola usata Kodak TMAX 100, sviluppata dallo scrivente in chimici Kodak TMAX. Rivelatore diluito 1+4 a 24°; il tutto stampato su carta ILFORD Multigrade IV-RC Deluxe Satinata.
Pe quanto concerne la splendida modella Alice, indossa disinvoltamente il costume dei “baghetèr”, col “ol baghèt” e le ghette chiare. Illuminazione in diffusione. In questo caso ho usato l’obiettivo per ritratto Carl Zeiss Sonnar 85mm f/1.2 per gli scatti.
La serie di foto in dissolvenza (prima la modella con il volto nascosto dai capelli e poi con il volto scoperto) è un auspicio ed un augurio affinché tutti noi possiamo guardare il futuro con maggior ottimismo, superando il triste periodo legato al coronavirus.


di © Riccardo Scuderi

E’ proprio vero: il coronavirus ha cambiato – e continuerà a condizionare ancora per molto – la nostra vita e, di riflesso, la nostra passione per la fotografia analogica.
Tempo fa anticipai al Presidente del Foto Club Bergamo, Ivan Mologni, un mio ambizioso progetto: fotografare tutti i castelli, le fortificazioni ed i borghi medioevali della Valle d’Aosta, dove ho la fortuna di lavorare. Da un primo studio dovrebbero essere più di 50!
L’idea è quella di sviluppare e stampare in formato 30X40, rigorosamente in bianco e nero, utilizzando la mia fedele Leicaflex SL2, corredata dal 50mm Leica R Summicron f/2 e dal 135mm Leica R Elmarit f/2.8 a cui dovrebbe aggiungersi uno splendido 24mm Leica Elmarit f/2.8 in dotazione al Foto Club e che chiederò in noleggio (Caro Ivan preparati…).
Ho un grande desiderio di realizzare questo impegnativo progetto e spero, come dice sempre il nostro Presidente, che anche gli altri componenti del Foto Club Bergamo possano collaborare e dare ciascuno il proprio contributo artistico, storico e culturale.
In attesa che arrivino tempi migliori, vi anticipo una serie di fotografie relative ad alcune fortificazioni della città di Aosta, scattate con la sempre presente Rollei 35 S.
Cari Saluti
Tempi difficili, duri, incredibili, inimmaginabili per tutti noi. Tempi tristi, disperati, troppi e tanti lutti che ci hanno dilaniato.
In quest’occasione voglio ancora esprimere, a nome mio e di tutti gli associati F.C.B., le più sentite condoglianze a quanti non sono riusciti a superare la devastazione e la disperazione del contagio del Coronavirus. Si, il maledetto “Killer” che ci distrugge fisicamente e psicologicamente. Momenti sempre di estrema emergenza per il Covid-19.
La pandemia colpisce anche le nostre passioni e, per noi del Fotoclub Bergamo, la fotografia. Ho sentito in questo periodo molti associati. L’impegno per tutti noi è cercare ancora degli interessi che possano allentare questa pressione interiore. Per noi è quindi indispensabile proseguire nella fotografia e continuare a scattare. Però non si può uscire, bisogna rispettare il decreto governativo. Un suggerimento è fotografare in casa, per esempio dalle vostre finestre, oppure dedicarsi a composizioni di natura e/o oggettistica, macro e/o micro fotografia, fiori, frutta e/o elaborazioni in camera obscura, con il cuore, la testa, la mente in composizioni di respiro artistico.
E’ quindi intuibile che il Gazzettino F.C.B. con le nostre attività culturali è sospeso a tempo indeterminato. Invito pertanto i nostri soci ad adoperarsi in questi “momenti” dedicandosi al proprio “hobby” preferito. Le nostre opere migliori troveranno spazio e saranno valorizzate con la pubblicazione sul Blog, che in questo periodo ha avuto quasi 46.000 visualizzazioni complessive (!)
Per ogni suggerimento artistico e/o tecnico sono sempre a disposizione, per qualsiasi info, al numero telefonico 035 248500.
A presto a tutti e nuovamente tanti auguri di cuore
Il Presidente
Spulciando tra le numerose pubblicazioni in mio possesso, mi sono imbattuto in un articolo su Cornell Capa (10 apr 1918 – 23 maggio 2008), appartenente ai fotografi del gruppo Magnum Photos e fratello del leggendario reporter di guerra Robert Capa, in onore del quale ha fondato a New York nel 1974 l’International Center of Photography. Sulla scia del fratello, Cornell ha avuto per trent’anni una carriera come fotogiornalista, prima nello staff di Life poi come membro di Magnum Photos.
Cornell Capa, autore impegnato, sensibile e attento alla realtà, sulla fotografia ha detto una frase che risulta particolarmente attuale in questo periodo di apprensione legato alla pandemia causata dal coronavirus e, al tempo stesso, molto stimolante per noi fotografi analogici:

Cornell Capa ©
Vi riporto un eccezionale ritrovamento in un mercatino di antiquariato specializzato in “Camera Antiquaris”. Si tratta in particolare di una “Fotocamera da viaggio a soffietto”, visibile nella foto sotto. Queste macchine erano pieghevoli, costruite in legno con cerniere, risolvevano il problema dell’ingombro ma non quello altrettanto importante del peso.

Trattasi di un prodotto artigianale, di fine ‘800 ed è difficile risalire al costruttore e alla data di fabbricazione. Il dorso ospitava lastre al collodio umido. Il soffietto è costruito in pelle o in tela gommata. La piastra frontale porta-obiettivo ne consentiva di solito il decentramento verso l’alto per eliminare le deformazioni prospettiche.
I dati che posso fornire, che ho ritrovato sull’apparecchio:
– una stella a 5 punte con lettere “PVB”.
– L’obiettivo in ottone è un W Pajioin Iena 3075 DOUBLE ANASTIGMAT ECLAIR F.6.8 – 180 mm,
– Formato 13×18
Ma le piacevoli sorprese non sono finite! Ho ritrovato anche stampe su:
1. Venezia (4) ottenute per contatto. Si evince in tutte tempo lungo di esposizione. L’acqua sembra uno specchio, segno evidente di una forte diaframmatura. Tutte le foto sono state virate in seppia
2. Vari ritratti di famiglia eseguiti dal fotografo Andrea Taramelli di Bergamo (1836-1887). Il figlio Edoardo Taramelli (1863-1937), ha proseguito l’attività dello storico stabilimento fotografico utilizzando il nome del padre

3. Infine ho ritrovato una Polaroid mod.P del 1999. La macchina è metallizzata ed utilizza pellicole serie 600 sia b/n che colore.
Per l’occasione, ho usato una pellicola b/n della serie, per fotografare l’apparecchio in legno
di fine ottocento sopra descritto: la “nipotina” (in verità già adulta…) Polaroid che rende omaggio alla sua antenata del 1800!
Cordiali saluti
Il Presidente
Arch. Ivan Mologni

Il Fotoclub Bergamo
di © Riccardo Scuderi
Ho la fortuna – pur non essendoci nato – di visitare, almeno una volta l’anno questa splendida cittadina in provincia di Siracusa, patrimonio UNESCO e denominata “Il Giardino di Pietra“.
Rasa al suolo da un terribile terremoto nel 1693, la sua ricostruzione fu affidata ad arditi maestri e scalpellini che realizzarono architetture uniche utilizzando la pietra di Siracusa, un tenero calcare bianco-grigio che, quando illuminato, si accende di suggestivi riflessi cromatici.
L’atmosfera unica che questa perla del Sud sa regalare costituisce fonte di ispirazione anche per la fotografia, sia architettonica che ” di strada” o “Street photography“. Vi propongo una serie di scatti in bianco e nero che ho realizzato con la mia Leica SL2 , munita di obiettivo Summicron 50mm f/2 (rullini utilizzati: Kodak Tmax400)

A seguito delle disposizioni nel tempo emanate dal Governo in materia di contenimento della diffusione del Coronavirus, con le quali viene sancita la sospensione, tra le altre, di tutte le associazioni culturali, si comunica che le attività programmate dal Foto Club Bergamo SONO SOSPESE fino a TUTTO IL MESE DI SETTEMBRE, salvo eventuali ulteriori proroghe.
Si riserva di comunicare per tempo la ripresa degli incontri con la diramazione del Gazzettino di ottobre – dicembre 2020.
Un augurio sincero ed affettuoso a tutti i soci e alle rispettive famiglie, con la speranza di riprendere quanto prima ad emozionarci con la nostra amata fotografia analogica.
Il Direttivo del Foto Club Bergamo
di © Riccardo Scuderi
Sono un paio d’anni che durante ogni mia uscita – anche non fotografica – mi porto dietro una piccola e fedele compagna, la Rollei 35 S con obiettivo Carl Zeiss Sonnar 40 f/2.8, vero e proprio gioiello della tecnologia tedesca. Inutile dire che, a fronte delle dimensioni estremamente compatte – è poco più grande di un pacchetto di sigarette! – questo piccolo gioiello nasconde accorgimenti geniali ed una curiosa disposizione dei comandi, visto che i tempi di scatto ed i diaframmi si regolano tramite due dischi posti nella parte frontale della fotocamera. Una delle genialità è data dalla presenza di un “pressapellicola” che permette di mantenere la pellicola perfettamente piana, a tutto vantaggio della qualità dell’immagine. Ma l’aspetto, a mio parere, più interessante è che la Rollei 35 S….. è priva di qualsiasi tipo di ausilio!!! La messa a fuoco va stimata ad occhio – tramite le indicazioni riportate sul barilotto dell’obiettivo in modo da impostare l’iperfocale -, i tempi di scatto e diaframmi vanno regolati rigorosamente in manuale, il mirino (tra l’altro molto luminoso) è privo di indicazioni o riferimenti e, per chi volesse utilizzare il flash…. sarà costretto a montarlo sul fondo della macchina anziché in cima. Un disastro insomma? Tutt’altro: è una macchina bellissima da vedere, solida al tatto, tutta rigorosamente in metallo, con una qualità ottica eccellente e, soprattutto, particolarmente adatta alla street photography! Basta preimpostare i parametri della fotocamera sull’iperfocale ed il gioco è fatto! Io a volte ho scattato tenendola all’altezza del petto, semplicemente puntando l’obiettivo verso la scena (peraltro il rumore di scatto è praticamente impercettibile!).
Le foto fanno riferimento ad una gita al lago di Iseo nel marzo ’19 (rullino ILFORD FP4). Come si può notare, la resa è uniforme e particolarmente “cinematografica”, proprio come piace a me! Allego infine una foto storica della Regina Elisabetta con in mano proprio una Rollei 35…. c’è bisogno di aggiungere altro?
