F.C.B.: Scatti dal fronte mascherina (1^ parte)

di © Ivan Mologni

Un sentito ringraziamento di cuore e speranza alle “testimonial” che hanno posato per Ivan Mologni. Siamo sempre prudenti e coscienti: indossiamo le mascherine.

Hanno posato:

  1. Ivan (che, per l’occasione, è stato fotografato da Marzia Ceresoli)
  2. Serena & Kiko Pota
  3. Roberta (fotografata da Ivan Mologni)
  4. Tommy, Chiara, Ivan, Kiko Pota & Bussola (gruppo fotografato da Serena Dolfi)
  5. Bruna
  6. Marina
  7. Chiara con Tommy & Bussola
  8. Orsola & Angelica
  9. Cleò (fotografata da Ivan Mologni)

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Dati Tecnici:

  • Reflex: Contax Aria
  • Obiettivo: Carl Zeiss S. Planar 60 f/2.8
  • Flash: Contax TLA 30
  • Pellicola: Kodak Gold 200, sviluppata nel chimico originale C 41
  • Stampa: Carta  Fujicolor Crystal Archive Paper Supreme Lucida

“F.C.B.: Voglia di fotografare e ricominciare”

OGGETTISTICA E RITRATTO

di © Ivan Mologni

E’ da tempo che volevo fotografare uno strumento musicale raro e caratteristico. L’ho trovato mettendo in “posa”, su fondale nero e con la luce sia di effetto che in diffusione.

E’ la classica Zampogna Bergamasca. Nelle nostre Valli Orobiche è riconosciuta nel nostro idioma come “orghenì de cana“; cornamusa “baghèt“; piva “pia“; piffero “pìfer“, “böss“.

La reflex usata è una Contax RTS III, con obiettivo Carl Zeiss 60mm Macro f/2.8 S Planar. Pellicola usata Kodak TMAX 100, sviluppata dallo scrivente in chimici Kodak TMAX. Rivelatore diluito 1+4 a 24°; il tutto stampato su carta ILFORD Multigrade IV-RC Deluxe Satinata.

Pe quanto concerne la splendida modella Alice, indossa disinvoltamente il costume dei “baghetèr”, col “ol baghèt” e le ghette chiare. Illuminazione in diffusione. In questo caso ho usato l’obiettivo per ritratto Carl Zeiss Sonnar 85mm f/1.2 per gli scatti.

La serie di foto in dissolvenza (prima la modella con il volto nascosto dai capelli e poi con il volto scoperto) è un auspicio ed un augurio affinché tutti noi possiamo guardare il futuro con maggior ottimismo, superando il triste periodo legato al coronavirus.

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Nuove fotocamere nella vetrina del FCB

Kodak Auto Graflex – 1913, sappiamo che una di queste, identica alla nostra, si trova al Museum of Applied Arts & Sciences di Sidney.
Questa fotocamera era molto popolare negli anni 1905-1923 e, tra l’altro, consentiva di scattare nella stessa posizione sia foto orizzontali che verticali. Bastava premere un pulsante sul retro della fotocamera perché la maggior parte delle fotocamere Graflex erano state realizzate con una parte posteriore girevole (effettivamente ruotante), abbreviata in RB (Revolving Back), proprio per permettere di scattare in orizzontale o in verticale senza dover ruotare la fotocamera. Tutti i box erano fatti di mogano Honduras a grana dritta e ricoperti di pelle nera del Marocco.
Realizzata dal Dipartimento Folmer & Schwing di Eastman Kodak Co., la fotocamera aveva, per i suoi tempi, tre vantaggi indiscutibili: un sistema di visualizzazione reflex per una messa a fuoco accurata, introdotto molti decenni più tardi, un otturatore sul piano focale a velocità multiple (fino a 1/1000 di sec.) e un design del porta-pellicola che facilitava l’uso di vari tipi di pellicola; e questi fattori la resero subito ricercata, all’inizio del XX° secolo, soprattutto tra i fotoreporter per le riprese di sport e per i servizi giornalistici.
Gli obiettivi standard furono per la maggior parte f / 4.5 Kodak Anastigmats e, successivamente, i Kodak Ektars.
La rara serie C, un modello 3¼ × 4¼, fu dotata di un eccellente obiettivo Taylor-Hobson-Cooke f / 2.5.
Graflex fu un produttore che diede il suo marchio a diversi modelli di fotocamera e non solo. La società fu fondata come Folmer and Schwing Manufacturing Company a New York nel 1887 ed era una fabbrica per la lavorazione dei metalli che fabbricava lampadari, biciclette, ecc. e infine telecamere. Nel 1909 fu acquistata da George Eastman divenendo una Divisione della Eastman Kodak Company. Nel 1926, Kodak fu costretta a cederla e si formò una nuova società che divenne poi, nel 1946, la Graflex Inc.. Nel 1956 fu assorbita dalla General Instrument Precision e nel 1966, la società fu venduta alla Singer Corporation.

Pellicola… e la fotografia analogica vive

Lentamente, ma sempre più frequentemente, anche la stampa non specializzata prende nota e riporta con vari titoli nei propri articoli l’esistenza di quella insostituibile realtà che è la nostra, cara fotografia analogica.

 

Lo hanno ben capito le ditte produttrici di pellicole che continuano a produrne vari e sempre nuovi tipi. Per tutti gli appassionati, estratto dall’almanacco di Fotografare – Estate 2017, riportiamo perciò di seguito tutti i tipi di pellicola disponibili in commercio e che si possono acquistare nei migliori negozi di articoli fotografici.

Kodak Alaris torna a produrre la famosa pellicola EKTACHROME

kodak-ektachrome ROCHESTER, N.Y. e Las Vegas – 5 Gennaio 2017 – Kodak Alaris ha annunciato al C.E.S. 2017 che tornerà a produrre l’iconica Reversal Film KODAK PROFESSIONAL EKTACHROME a colori per la fotografia professionale e amatoriale. La nuova pellicola EKTACHROME, che supporterà i formati fotocamera 135-36x, sarà disponibile nel quarto trimestre del 2017.

KODAK PROFESSIONAL EKTACHROME, con il suo look distintivo, è stata la scelta per generazioni di fotografi prima che la produzione fosse  interrotta nel 2012. Il film, noto per la sua grana estremamente fine, i colori puliti, grandi toni e contrasti, era diventato un’icona anche per il largo uso di questa pellicola diapositiva da parte del National Geographic Magazine nell’arco di diversi decenni e, ora, la rinascita della popolarità della fotografia analogica ha creato la domanda di vecchi e nuovi prodotti simili.
Le vendite di pellicole fotografiche professionali sono state in costante aumento nel corso degli ultimi anni e con professionisti e appassionati sempre più desiderosi di riscoprire il controllo artistico offerto da processi manuali e la soddisfazione creativa di un prodotto finale fisico…

Leggi l’intero comunicato sul sito della Kodak, cliccando su questo link EKTACHROME

Il 2017 è iniziato benissimo, con questa ottima notizia!

Ciripiripi story

Molti appassionati di fotografia ricorderanno gli spot pubblicitari della KODAK negli anni ’90 in cui compariva come personaggio il piccolo CIRIPIRIPI nelle vesti di un simpatico alieno con occhialoni da aviatore in stile Barone Rosso…. in un recente articolo la storia dell’uomo (Davide Marotta) che stava dietro quelle immagini..

ciripiripi story

dalla pagina del Collezionista: Vest Pocket Kodak 127

1913 kodak pocket 2Le fotocamere pieghevoli Vest Pocket Kodak , prodotte dalla Eastman Kodak di Rochester dal 1912 al 1926, furono un vero successo. Sono state le prime fotocamere ad utilizzare le piccole pellicole 127 che producevano otto immagini 6,5×4. Prodotta in quattro versioni principali, fu conosciuta proprio per la sua robustezza, essenzialità e dimensioni contenute tanto che il modello Autographic fu pubblicizzato come “camera del soldato” perché utilizzata durante la prima guerra mondiale e dal 1915 al 1926 ne furono vendute ben 1.750.000! Furono anche commercializzate come “Boy Scout Kodak” e “Girl Scout Kodak”. Il Modello B, che doveva essere caricato dal lato anteriore, fu prodotto dal 1925 al 1934 al costo di $ 7.50. Per i collezionisti è ancora possibile trovarne ancora di funzionanti sul mercato inglese e americano.
Ma la vera particolarità è che una Vest Pocket Kodak potrebbe risolvere il mistero della prima scalata dell’Everest. Infatti due scalatori, George Mallory e Andrew Irvine, dispersi entrambi sull’Everest nel 1924, potrebbero essere stati i primi a raggiungere la vetta, anticipando di 30 anni la spedizione accreditata del successo. Un altro membro della spedizione, rientrato prima dell’ultimo tentativo, raccontò di aver prestato la sua macchina fotografica Kodak VPK a Mallory mentre ancora erano insieme sulla cresta nord. Il corpo di Mallory fu ritrovato nel 1999 ma non la fotocamera che era forse stata passata ad Irvine. Vengono tuttora effettuati tentativi con moderne tecnologie per individuare il corpo di Irvine, e forse, la macchina fotografica che scioglierebbe il mistero.

Pota!

Pota! … non è solo un’esclamazione..

Il POTA è uno sviluppo … che più morbido non si può!
Si prepara con 1,5 gr di Fenidone e 30 gr di sodio solfito anidro in un litro di acqua distillata. Si adopera e poi si butta via perchè non dura. I risultati di questa accoppiata non hanno uguale sia per finezza di grana che per acutanza, anche se la sensibilità della TP 2415 è di 25 ASA. Se l’ottica è buona, un ingrandimento dal 24×36 su carta 18×24 cm è indistinguibile da un 18×24 cm ottenuto per ingrandimento da un 6×9!
La Kodak, oltre a vendere la pellicola, vende il Technidol LC, che ha caratteristiche molto simili al POTA. Alcuni preferiscono sviluppare la 2415 in POTA per 12′ anzichè per i 10′ consigliati.

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