La vittoria sul virus è sicura…
solo in Camera Obscura!!!
Fotoclub Bèrghem
Mòla mai, tègn dür
Il Fotoclub Bergamo
Il Fotoclub Bergamo
Il tuo nome
Riccardo Scuderi
Quando ti è iniziata la passione per la fotografia?
La passione per la fotografia cosiddetta “seria” in generale è nata circa 13 anni fa, quella per la fotografia analogica solo 3 anni fa. È stata una scoperta casuale oppure, come mi piace pensare, un segno del destino: era l’estate 2015 e il mio corredo digitale dell’epoca era in riparazione. Mi ritrovai tra le mani una Minolta Himatic 7s che mio padre aveva comprato in occasione della mia nascita: caricai un rullino in bianco e nero (ricordo un Across 100 asa) ed iniziai a scattare in Piazza Vecchia. Da allora non ho più smesso!
Quando fotografi, prediligi temi, ambienti particolari?
Amo fotografare le persone, soprattutto in un contesto urbano. Non faccio riferimento al ritratto “posato”, quanto al valorizzare un monumento, una piazza, un paesaggio in generale inserendo la presenza umana nella foto: penso attribuisca maggiore profondità allo scatto.
In due battute, perché “analogico” oggi:
Analogico oggi, per me, significa tutto il contrario che il mondo virtuale (fotografico e non) propone: la passione, la convivialità, il confronto diretto e genuino, la crescita tecnica e umana proposta dalla fotografia “argentica”, contrapposta al distacco, all’autoreferenza ed al confronto tecnologico (e non tecnico) della fotografia digitale. Con questo non voglio dire che i fotografi digitali non siano appassionati e competenti (per fortuna ne conosco diversi) ma, purtroppo, quando i commenti e/o le critiche di uno scatto vengono riversati esclusivamente su un social network, quasi sempre perdono di valenza e finalità costruttiva e, spesso, sono il pretesto per veicolare insulti gratuiti….
“Frequenti” la camera oscura?
Purtroppo (ancora) no, ma ne approfitto per rivolgere un accorato appello in tal senso al Presidente o a qualche socio che abbia dimestichezza con lo sviluppo e la stampa…
Le tue pellicole preferite?
Ho iniziato con il bianco e nero (soprattutto Kodak) ma ultimamente mi sto cimentando anche con le diapositive (Velvia e Provia).
Stima quanti fotogrammi hai archiviato negli anni
Non riesco a dare un numero esatto, direi circa 500/600 fotogrammi. Ma siamo ancora all’inizio…
Esegui anche la scansione digitale dei tuoi negativi?
Si, ma solo per crearmi un archivio “di sicurezza”.
L’obiettivo che preferisci o che usi di più:
Sicuramente il Summicron-R 50mm/F2 montato sulla Leicaflex SL2: il classico obiettivo “normale” di eccellente qualità e buona portabilità.
La macchina che ami in particolare e perché:
Come appena accennato, la Leicaflex SL2, per la qualità costruttiva, perché è totalmente meccanica, per il mirino luminoso e perché…. è una Leica! Sto anche riscoprendo la passione per la fotografia istantanea grazie a una macchinetta che per me ha un valore affettivo notevole, essendo stato il regalo per la mia prima comunione: la Polaroid Quick 610, praticamente come nuova!
I tuoi autori preferiti e perché:
Mi ha letteralmente affascinato sia il documentario che il libro dedicato a Vivian Maier: un occhio fotografico senza uguali dove ogni foto non è mai banale ed è sempre capace di raccontare una storia. Un manuale di fotografia analogica “da strada” che ho trovato particolarmente interessante è stato quello di Willy Ronis intitolato “Le regole del caso”, in cui l’autore spiega come e perché è arrivato a scattare una determinata foto (ambientata soprattutto negli anni ’50 e seguenti), allegando (in piccolo) diversi altri scatti “errati” appena precedenti o successivi a quello considerato corretto.
…. E invece qualcuno o qualcosa che non ami?
Senza fare nomi, mi ha recentemente deluso un fotografo americano, i cui scatti esposti in una mostra internazionale sono stati “smascherati” in quanto alterati da una post produzione (digitale) a dir poco grossolana…. Peccato, anche i famosi cadono nel tranello dello “scatto perfetto” che non esiste….
Fai anche foto digitali o consulti sulla rete siti dedicati alla fotografia?
Da ormai circa 3 anni scatto unicamente in analogico, lo trovo più gratificante e, soprattutto, ogni volta non vedo l’ora di sottoporre le mie foto sviluppate al giudizio del “Direttorio” del Foto Club Bergamo…
Si, consulto siti fotografici su internet, ma unicamente quelli indirizzati alla fotografia analogica o alla compravendita di materiale analogico.
In due parole, perché sì o perché no
Semplicemente non sento più la necessità di scattare in digitale, avendo ormai da tempo perso la voglia di condivisione istantanea indotta dal digitale. Più lo scatto è meditato e ponderato, più mi gratifica, al di là del risultato finale.
Da quanto tempo fai parte del nostro sodalizio?
Da troppo poco tempo…
Cosa ti spinge a frequentare oggi un circolo fotografico nell’epoca di internet?
Ripropongo quello che ho già scritto nelle risposte precedenti: la passione, il confronto genuino che permette una vera crescita fotografica e, soprattutto, tanta bella gente da conoscere!
Il tuo nome
Il mio nome di battesimo è Serena, ma le persone mi conoscono maggiormente con il mio nome d’arte che è “Bergaggina”. Esso deriva dal fatto che sono sì originaria della città di Viareggio, la patria di uno dei carnevali più famosi del mondo, ma vivendo a Bergamo, mi sento per molti aspetti anche un po’ bergamasca.
Quando ti è nata la passione per la fotografia?
La passione per la fotografia è nata all’età di tredici anni, quando la mia professoressa di italiano, dette a noi alunni l’arduo compito di descrivere come la pubblicità era stata presentata in alcuni cartelloni posti nelle varie zone della mia città, corredando la relazione con un apparato fotografico.
Quando fotografi prediligi temi, ambienti, particolari?
Essendo una storica dell’arte, i miei temi prediletti sono, ovviamente, tutti quelli che riguardano l’arte e l’archeologia, ma non mi limito ad essi. Infatti, altri due temi che adoro sono gli antichi mestieri ed i paesaggi.
In due battute, perché “analogico” oggi:
Perché “analogico” è sinonimo di “concretezza” in un mondo fotografico e non, sempre più virtuale.
“Frequenti” la Camera Oscura?
Qualche volta.
Le tue pellicole preferite?
Le Kodak, sia in bianco e nero che a colori.
Stima quanti fotogrammi hai archiviato negli anni.
Non saprei quantificare con un numero preciso tutto ciò che ho fotografato negli anni, ma sono una decina di scatoloni pieni di negativi.
Esegui anche la scansione digitale dei tuoi negativi?
Mai e poi mai. Infatti, a mio parere, una foto che nasce a pellicola deve assolutamente rimanere tale, nel rispetto di quel laborioso procedimento artistico e tecnico che parte dallo scatto ed arriva fino allo stampaggio. Sono talmente fedele a tali idee, che non partecipo mai con fotografie analogiche a quei concorsi dove obbligatoriamente bisogna inviarle tramite e-mail. L’unico caso in cui cedo le mie fotografie analogiche alla digitalizzazione, consiste nella loro pubblicazione sul sito internet del Fotoclub Bergamo al quale io sono iscritta.
L’obiettivo che preferisci o che usi di più:
Dipende dal soggetto e dalle situazioni ambientali, utilizzando dal grandangolo al teleobiettivo.
La macchina che ami in particolare e perché:
Una Olympus X A3 per la sua praticità.
I tuoi autori preferiti e perché:
La mia autrice preferita è Vivian Maier (1926-2009) perché ha avuto il coraggio di rappresentare in ogni aspetto la società americana del suo tempo, tanto che in molti scatti amava autofotografarsi.
… e invece, qualcuno o qualcosa che non ami e perchè:
Non amo né le copione né i copioni, ovvero tutte e tutti coloro che plagiano le idee altrui, perché queste persone denotano la loro mancanza di creatività e di furbizia.
Fai anche foto digitali o consulti sulla rete siti dedicati alla fotografia?
Certamente. Per me la fotografia non è unicamente quella analogica, anche se la considero quella “vera”, ma mi diletto anche con la macchina digitale. Su internet consulto poco i siti dedicati alla fotografia.
In due parole perché sì o perché no:
Perché preferisco le riviste.
Da quanto tempo fai parte del nostro sodalizio?
Dal 24 novembre 2014.
Cosa ti spinge a frequentare oggi un circolo fotografico nell’epoca di internet?
Per continuare a condividere la mia passione con altri amatori ed amatrici, avendo un contatto umano.
Un pensiero, un motto, una tua considerazione finale:
L’arte vivifica il cuore ed il cervello.
Il tuo nome: Tiziano Nava
Quando ti è nata la passione per la fotografia?
Ho iniziato con mio padre ma la passione vera e propria l’ho avuta quando sono andato ad aiutare un amico fotografo nel paese vicino.
Quando fotografi, prediligi temi, ambienti, particolari?
Amo fotografare i particolari anche nei paesaggi; fotografo volentieri persone sia in posa che in strada, mi piace sperimentare.
In due battute, perché “analogico” oggi:
Sviluppare le pellicole e stampare fotografie è un’esperienza che mi rende partecipe a tutte le fasi, della ricerca del soggetto alla visione del lavoro finito; è molto gratificante per me.
“Frequenti” la camera oscura?
Ho una camera oscura e quando posso ci vado volentieri.
Le tue pellicole preferite?
Uso in maggioranza pellicole ILFORD. Ma quando le trovo uso anche ROLLEI.
Stima quanti fotogrammi hai archiviato negli anni
Solo in bianco e nero circa 400 fotogrammi mentre a colori tra diapositive e fotografie circa 1000 negativi.
Esegui anche la scansione digitale dei tuoi negativi?
Solo per il colore essendo obbligato.
L’obiettivo che preferisci o che usi di più
Di solito uso il 50 mm e in alternativa il 28 mm; quando uso NIKON ho il 28-135 mm.
La macchina che ami in particolare e perché:
La NIKON è quella che uso con più frequenza ma uso anche altre macchine come la ZENIT oppure la YASHlCA 124 MAT BIOTIICA per il formato 6×6. Sono le macchine che ho in dotazione in questo momento.
I tuoi autori preferiti e perché
Ho sempre amato la fotografia di Hamilton per l’uso dell’effetto flou che mi intriga molto e Hansel Adams.
… e invece, qualcuno o qualcosa che non ami?
Penso che ogni grande fotografo abbia nel suo archivio fotografie ottime e fotografie normali che non si possono considerare dei capolavori.
Fai anche foto digitali o consulti sulla rete siti dedicati alla fotografia?
Sì, nei viaggi.
In due parole perché sì o perché no
Quando viaggio per questione di poco tempo a disposizione e anche per contenere i costi ma ci tengo a dire che ho sempre con me la mia macchina analogica per il bianco e nero.
Da quanto tempo fai parte del nostro sodalizio?
E’ dal 2010 che faccio parte del Club e ne sono fiero. Ho imparato molto stando con i soci e ancora oggi traggo da loro ispirazione per nuove esperienze e vorrei che fossimo di più; siamo pochi ma ottimi.
Cosa ti spinge a frequentare oggi un circolo fotografico nell’epoca di internet?
Fotografare oggi con pellicola può sembrare antico/vetusto ma penso che sia come la musica classica scritta molto tempo fa ma sempre attualissima e si presta ad interpretazioni sempre nuove e innovative.
Grazie mille ……… e … tanti scatti!!!
Il tuo nome: Ivan Mologni
Quando ti è nata la passione per la fotografia?
Da quando bambino frequentavo le scuole elementari.
Quando fotografi, prediligi temi, ambienti, particolari?
I miei temi preferiti sono la fotografia di ritratto ambientato in strada e sala posa; il reportage di viaggio e in particolare tutte quelle scene che più mi appartengono vuoi per cultura, educazione o per gusto. In somma, per istinto innato verso una fotografia pensata e ragionata.
In due battute, perché “analogico” oggi:
E’ un tipo di fotografia più meditata, pensata, di composizione. La ritengo professionale, frutto di conoscenza sia teorica che pratica. E’ meno soggetta a immediate e bieche manipolazioni. E’ l’etica della fotografia veritiera “non inventata” o d’effetto a tutti i costi. Direi proprio che permette di essere l’artefice, l’artista che inizia da un negativo all’argento o diapositiva e giunge alla stampa finale in camera oscura. Tutto questo nel rispetto della storia, della tradizione e delle proprie capacità tecniche e artistiche.
“Frequenti” la Camera Oscura?
La camera oscura la adopero anzi la sfrutto, tutte le sacrosante settimane. Mi piace vedere apparire l’immagine latente in bacinella nel chimico rivelatore. E’ veramente bello avere amici appassionati con cui condividere il “miracolo” della fotografia che si rivela alla luce rossa della lampada di sicurezza. Per me è una libidine! Spero sempre che anche altri “veri” fotografi possano provare questo grande piacere!
Le tue pellicole preferite?
Senza dubbio il bianco-nero, che lo ritengo “portatore sano” di fascino e artisticità. Non disdegno comunque il colore. A secondo delle esigenze o negativo o diapositiva. Le diapositive poi sono uno spettacolo nello spettacolo con veri proiettori analogici di qualità.
Stima quanti fotogrammi hai archiviato negli anni:
Circa 350.000. Tutti ben conservati in appositi album in pergamenini, con provini a contatto, numerati e datati per una facile ricerca d’archivio.
Esegui anche la scansione digitale dei tuoi negativi?
Nessun tipo di scansione. Non mi occorre e per me sarebbe comunque già una manipolazione.
L’obiettivo che preferisci o che usi di più:
Senz’altro i grandangolari anche spinti, per essere maggiormente coinvolti nella scena. Dove questo non è possibile uso i teleobiettivi per avvicinare la scena e cogliere i dettagli che potrebbero sfuggire. Meglio gli obiettivi luminosi. Preferisco in ogni occasione di ripresa la luce ambiente.
La macchina che ami in particolare?
Le macchine che preferisco sono le Contax meccaniche e Hasselblad: la 500 CM . Hanno in comune obiettivi soggettivamente determinanti per la qualità che ricerco, in particolare nitidezza, alta qualità cromatica e affidabilità nel loro uso intensivo. Perché è certificata la bontà delle lenti Carl Zeiss a livello mondiale anche con il particolare trattamento antiriflesso siglato T*.
I tuoi autori preferiti e perché:
Gli italiani Pepi Merisio, Mario Dondero, Gianni Berengo Gardin e altri. Gli stranieri Helmut Newton, David Hamilton, Richard Avedon, Henry Cartier Bresson e altri. I miei preferiti per i temi trattati e il tipo di fotografia che molto si avvicina al mio personale gusto e modo di vedere.
..e invece, qualcuno o qualcosa che non ami?
Detesto fermamente chi falsifica la verità di ripresa nella fotografia, spacciandola per vera. Per non parlare della mancanza di professionalità, dell’improvvisazione e della conseguente casualità di un risultato senza la minima autocritica. Un vero schifo.
Perchè?
Per le ragioni già dette; siamo seri e impegnati in quel che facciamo. Sperimentiamo, ricerchiamo, sbrighiamo, ma nella consapevolezza di essere poi in grado di padroneggiare e di saper ripetere queste prove artistiche.
Fai anche foto digitali o consulti sulla rete siti dedicati alla fotografia?
Mai fatto foto digitali. Lo giuro sulla Bibbia!! Consulto, consumandoli i miei libri che tengo nelle mie librerie e visito dal vivo tutte le mostre fotografiche analogiche e anche pittoriche possibili. Voglio vedere e apprezzare con i miei occhi le opere. In queste mostre mi compro i libri e i cataloghi per ricordare al meglio le profonde sensazioni provate osservandole dal vivo.
In due parole perché sì o perché no:
Preferisco camminare invece che correre ovvero: prima penso, compongo e poi scatto.
Da quanto tempo fai parte del nostro sodalizio?
Da sempre: sono il fondatore del Fotoclub Bergamo BFI, nonché il Presidente fino ad oggi. Il nostro club, per scelta, è da sempre e solo analogico: basato sulla pellicola fotografica.
Cosa ti spinge frequentare oggi un circolo fotografico nell’epoca di internet?
Il poter approcciarci in amicizia e con rispetto tra appassionati ed entusiasti di vera fotografia. Confrontarci per crescere reciprocamente stando insieme. E poi, le uscite collettive, il divertimento, il rilassarci. In somma: anche tra una cena o un brindisi tutto quanto fa fotografia vera, bella, reale!
Un pensiero, un motto, una tua considerazione finale:
Qualsiasi azione io compia, il mio pensiero è rivolto al fotografare. Vivere per fotografare e mai fotografare per vivere!*
* P.S. “Viva la vera fotografia non corretta, modificata o inventata al computer”.
Grazie mille ……… e … tanti scatti!!!
Il tuo nome: Oliviero Gotti
Quando ti è nata la passione per la fotografia?
Vent’anni fa.
Quando fotografi, prediligi temi, ambienti, particolari?
Mi piacciono il paesaggio naturale e urbano, e i borghi storici estranei al turismo consumistico. Amo anche le istantanee di persone nel loro ambiente e ovviamente il ritratto.
In due battute, perché “analogico” oggi:
Mi appassiona. Apprezzo la peculiarità di fissare l’immagine sulla pellicola. Con la fotografia analogica l’essenza, cioè l’immagine reale, e la sostanza, nella forma della pellicola impressionata, si fondono in un unicum tangibile.
“Frequenti” la Camera Oscura?
Ho l’attrezzatura ma stampo abitualmente al club o dagli amici.
Le tue pellicole preferite?
Ilford 125, Kodak Tri-x 400 e in diapositiva colore, la Provia 100.
Stima quanti fotogrammi hai archiviato negli anni:
Forse diecimila?..
Esegui anche la scansione digitale dei tuoi negativi?
Talvolta se indispensabile. Per esempio quando devo trasferire l’immagine sul Blog del Foto Club.
L’obiettivo che preferisci o che usi di più:
Il Leitz 35 M Summilux. Lo uso un po’ per tutto. Lo trovo semplicemente magico a grande apertura, soprattutto in interni e molto incisivo chiuso di pochi diaframmi.
La macchina che ami in particolare?
La mia Leica M4 nera.
Il motivo?
E’ essenziale, spartana e aristocratica. Quasi invisibile ai più. Come tutte le “M” presa confidenza non te ne separi facilmente.
I tuoi autori preferiti e perché:
Pepi Merisio. Amo le sue immagini della nostra gente a cavallo degli anni ’60 del secolo scorso, che coincidono con i ricordi della mia infanzia. Le considero la poetica testimonianza del crepuscolo della nostra civiltà. Guardando all’oggi, però, sono con i tanti, anonimi, giovani artisti che nella tecnica fotografica tradizionale, hanno colto la novità e la differenza. Esprimono la loro arte autarchicamente, talvolta con risultati strampalati, ma che denotano freschezza, curiosità, coraggio intellettuale. Difendono il proprio talento dall’espropriazione digitale.
…e invece, qualcuno o qualcosa che non ami?
Non amo la cosiddetta fotografia impegnata o genericamente di tema sociale. Non è libera, è strumentale a scenari politici pre-ordinati. Negli ultimi decenni, questa fotografia non è stata solo testimone di cambiamenti sociali più o meno indotti ma, purtroppo infimamente attiva nella corrosione della nostra comunità.
Fai anche foto digitali o consulti sulla rete siti dedicati alla fotografia?
Scatto sporadicamente con il telefonino. In rete mi piace “Thefix Magazine” rivista giovane dedicata alla foto analogica di oggi. Sottolineo di oggi, non del passato!
Da quanto tempo fai parte del nostro sodalizio?
Da sei anni, ma nel ’98 avevo lo frequentato per un corso in camera oscura.
Cosa ti spinge frequentare oggi un circolo fotografico nell’epoca di internet?
Stare con gli amici e insieme divertirsi.
Un pensiero, un motto, una tua considerazione finale:
“La perfezione umana e il perfezionamento tecnico non sono conciliabili. Se vogliamo l’una bisogna sacrificare l’altro” (Ernst Junger).
Grazie mille ……… e … tanti scatti!!!
Grazie a voi!
Fotoclub Bergamo, marzo 2017.