Camera oscura: brevi considerazioni sulla stampa

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Nella pratica fotografica, la prima fase creativa riguarda la preparazione e lo scatto vero e proprio. E’ la fase che più attrae, coinvolge, appassiona fino a spingere a levatacce o a scatti senza sosta o a trascinarsi pesanti borse zeppe di macchine e accessori.
A questa segue poi la seconda fase creativa della fotografia, in camera oscura, quando, una volta impressionato e sviluppato correttamente il negativo, si passa alla stampa, che è quella spesso capace di trasformare una semplice fotografia in un’immagine speciale.
Stampare non è difficile, ma occorre un minimo impegno e un po’ di pratica.
Una volta scelta l’immagine da utilizzare (parleremo più avanti diffusamente dei “provini”), bisogna deciderne il taglio e, soprattutto, capire bene come stampare l’immagine finale, tenendo conto dell’attrezzatura disponibile.
Bisogna sapere che gli errori commessi durante l’esposizione non possono essere più corretti. Solo l’esperienza consente di valutare “a occhio” la durata dell’esposizione che una negativa richiede per effettuare la stampa. Molti sono diventati bravi stampatori “a occhio”… commettendo tanti errori e sprecando molta carta sensibile; è un metodo che riesce spontaneo a tutti, ma dà i suoi frutti soltanto dopo molto tempo.
Per procedere correttamente è invece opportuno riuscire fin dall’inizio a stabilire la corretta esposizione della carta tenendo ben presente i seguenti fattori:
1) iI rapporto d’ingrandimento
2) la gamma di contrasto della negativa
3) la sensibilità della carta
4) la potenza di luce dell’ingranditore
5) iI diaframma dell’obiettivo
Per quanto riguarda il rapporto d’ingrandimento, bisogna soprattutto tener conto che il tempo di posa aumenta proporzionalmente con esso, ossia se per un ingrandimento 13×18 è richiesta una posa di 4 sec., per il formato 18×24 l’esposizione dovrà essere circa il doppio.
Tutti gli elementi che regolano la riuscita di una buona fotografia non si imparano di colpo, ma vengono dettati gradualmente dall’esperienza.
E’ anche opportuno ricordare che le migliori fotografie sono solitamente quelle che si stampano dopo un certo periodo di permanenza al buio, perché quando si è entrati da poco in camera oscura potrebbero influire sul risultato alcuni errori di apprezzamento dovuti al fatto che l’occhio non si è ancora abituato alla luce di sicurezza e, quindi, non è in grado di giudicare bene il contrasto di una stampa.

Le 500 nella città dei Mille

Il primo decennale (2006-2016) del “500 RACING CLUB BERGAMO” è stata l’occasione per il raduno delle Fiat 500 d’epoca (1957-1975) sul Sentierone di Bergamo e anche una bella opportunità per documentare lo stato delle rimanenti di quella famiglia di piccole giganti che hanno lasciato un grande segno nello sviluppo della nostra società.

raduno 500

Per le immagini di Ivan Mologni, ottimo come sempre il lavoro della reflex Contax RX con Zeiss Vario-Sonnar 28-85 e Fujicolor 200, riportato poi su carta Fujicolor Crystal Archive lucida.

Conclusa la mostra “Analogica”

Ha chiuso i battenti la mostra collettiva del Fotoclub “Analogica” svoltasi nei locali dell’antica Zecca in via Donizetti in Città Alta. Veramente ottima l’affluenza di visitatori tra i quali, data la particolare location, numerosi turisti stranieri che hanno anch’essi lasciato favorevoli commenti sul nostro speciale diario.

mostra fiaif- art2night
mostra Analogica

quei “Ritratti” necessari per decollare…

Molte giovani donne (ma non solo giovani e non solo donne) “transitano” nel mondo della fotografia perché necessitano di un “book”.. o di un “composit”. Questi sono i primi passi per avere una adeguata documentazione da presentare alle agenzie che potranno aprire loro le porte del mondo della moda, dei concorsi o della pubblicità. Un mondo che utilizza un proprio “gergo” fatto di inglese ma anche di “ingl-iano” di cui riportiamo un piccolo glossario.

glossario modelle 2

L’abbraccio delle Mura

Non poteva mancare anche su questa manifestazione un reportage fotografico del nostro Fotoclub. Le nostre stupende Mura bergamasche a fare da sfondo e i tantissimi partecipanti come interpreti principali.
Tra le principali attrezzature utilizzate : – Fotocamera Contax S2b (la meccanica per eccellenza)  – obbiettivi: Zeiss Distagon 28mm, Zeiss Planar  50/1.7, Sonnar 135/2.8 – pellicola: Fujicolor 200 Iso. Come quasi sempre nei reportage, si è utilizzata una pellicola di sensibilità superiore per poter sfruttare tempi più veloci o diaframmi più chiusi per aumentare la profondità di campo e poi: composizione immagine (“se il fotografo non vede, la macchina fotografica non lo farà per lui”), esposizione e messa fuoco gli ingredienti fondamentali da rispettare per ottenere buoni risultati.

abbraccio mura

Il Fotoclub Bergamo partecipa all’iniziativa Art2night

Una nuova mostra del nostro Fotoclub: Inaugurazione Sabato 2 Luglio ore 18,00 e aperta fino a Domenica 24 Luglio presso il Museo Cividini nella Antica Zecca di Bergamo in via Donizetti 18A.
La mostra parteciperà all’iniziativa “Art2night” nella “Notte Bianca dell’Arte di Bergamo” (Sabato 9 Luglio dalle 18.00 alle 24.00) che darà vita contemporaneamente a 40 proposte culturali nell’arco di una sola notte.

mostra art2night -locandina mostra art2night

a Milano una mostra fotografica da non perdere: William Klein

WILLIAM KLEIN: Il mondo a modo suo – dal 17 giugno all’11 settembre.
La mostra, già presentata in parte alla Tate Modern di Londra e al FOAM di Amsterdam, è una fantastica retrospettiva che racchiude il lavoro dell’eclettico William Klein, non solo fotografo, ma anche artista, cineasta, designer e scrittore. Si tratta di una grande esposizione che riempirà gli spazi di Palazzo della Ragione con un impianto speciale e rinnovato di nuova produzione, creato per l’occasione attraverso un ricco allestimento multimediale: 150 opere, frutto di 60 anni di impegno, divise in 9 sezioni che occupano 11 sale. Vedi il sito della mostra
William Klein è nato a New York nel 1928 da una famiglia ebrea di origine ungherese, all’età di 18 anni si stabilisce a Parigi per diventare pittore. Nel 1954 torna a New York e lavora a una sorta di diario fotografico che uscirà due anni dopo in un volume disegnato dallo stesso autore, Life is Good & Good for You in New York, che gli varrà il premio Nadar. Raggiunge Fellini a Roma per fargli da assistente. Alla fine degli anni ’50 si avvicina al cinema al quale si dedicherà per alcuni anni realizzando diversi film.
Negli anni ’80 torna alla fotografia e pubblica numerosi libri. Il suo lavoro viene esposto in tutto il mondo e riceve molti premi e riconoscimenti. Innumerevoli i lavori, i libri, i progetti realizzati da questo poliedrico e instancabile artista.
Ecco l’intervista rilasciata al TG1

Historic Gran Prix – Circuito delle Mura

Era una giornata piovosa, più invernale che primaverile, quella del 29 maggio 2016 nella quale i nostri instancabili appassionati del Fotoclub Bergamo sono historic gp 1935stati impegnati a immortalare le evoluzioni delle gloriose vetture anteguerra GP lungo quel circuito storico che vide anche le gesta di Tazio Nuvolari, immortalate dal cinegiornale LUCE del 1935.

E così, tra le nostre numerose immagini, compaiono, impegnate nella gara bagnata del 2016, auto come la Maserati 26M e l’Almicar CGSS del 1928 e la Fiat Coppa d’Oro del 1935. E sfilano poi le Moto GP … mitiche Guzzi, Gilera, Ducati, Indian, MV Agusta, Benelli, Norton…

historic gp 2016

Come non ricordare che legato all’Historic GP è il Trofeo Giulio Foresti, istituito per commemorare il grande pilota bergamasco (1888-1965), che fu pioniere e campione dell’automobilismo sportivo oltre che l’unico italiano, con Felice Nazzaro, a tentare un record di velocità terrestre. Durante i primi test (non ufficiali) del 1924 la Djalma, costruita ad hoc, fu cronometrata a 257 km/h (il record era allora di 235 km/h, detenuto dalla Sunbeam 350 HP di Malcolm Campbell). Nel 1927, Henry Segrave, alla guida della Sunbeam 1000 HP, porta il record a 328 km/h; a Novembre dello stesso anno anche la Djalma è pronta ma, a Pendine Sands, nel Galles, durante un test, il pilota perde il controllo a circa 240 km/h: la vettura è completamente distrutta,  ma Foresti, che indossava come sempre solo un paio di occhialoni, esce incolume riportando solamente ferite lievi. Dal 1911 al 1933, gareggiando ai massimi livelli con i grandi campioni del volante, partecipa a numerose corse per diverse case automobilistiche, Itala, OM, Ballot, Peugeut, Schimd e nel 1928 diventa il pilota ufficiale della Bugatti. Il suo palmares è lunghissimo e stupefacente.

I Grandi Fotografi: Duoglas Kirkland… 40 anni dopo

Duoglas Kirkland - marilynDa quella sera con Marilyn, Duoglas Kirkland ha girato parecchio il mondo: dai servizi giornalistici i n Cina, Giappone e Russia, agli innumerevoli lavori, conferenze e mostre in Europa, oltre a incarichi in America Latina sugli argomenti più diversi, dalla astronomia alla moda.
Kirkland ha percorso una lunga strada nella sua instancabile ricerca del mondo della fotografia, da lui tanto amato. Vive e lavora con la moglie Francoise a Los Angeles. Ha scattato fotografie sui set di oltre cento film e ha pubblicato undici libri, prima di questo.
“Benché durante la mia carriera io abbia incontrato numerose celebrità, nessuna di esse ha esercitato su di me un fascino sconfinato e duraturo come Marilyn. Quando mi viene chiesto quale sia stato il mio incontro più interessante, racconto la mia sera con Marilyn”.

Ciripiripi story

Molti appassionati di fotografia ricorderanno gli spot pubblicitari della KODAK negli anni ’90 in cui compariva come personaggio il piccolo CIRIPIRIPI nelle vesti di un simpatico alieno con occhialoni da aviatore in stile Barone Rosso…. in un recente articolo la storia dell’uomo (Davide Marotta) che stava dietro quelle immagini..

ciripiripi story

Una particolare Nikkormat !

NikkormatE’ risaputo che negli anni ’60 e ’70 molti grandi reporter avevano adottato le fotocamere Nikon per i loro servizi; e le “sorelline” Nikkormat (prodotte dal 1965 al 1967, 10 anni prima dei modelli FT), proprio per la loro maneggevolezza, erano anche nelle borse di tanti comuni cittadini o negli zaini di militari appassionati di fotografia. E parecchie di queste, che ricordiamo essere rigorosamente meccaniche, furono usate anche durante la guerra in Vietnam pronte anche a documentare azioni di guerra.
Per noi, appassionati collezionisti, è stata una grande sorpresa ritrovare in un mercatino della Lombardia una di quelle gloriose macchine “da battaglia”: una Nikkormat rinvenuta colà in un campo dopo che erano avvenuti cruenti scontri. A detta del venditore, non si è mai saputo a chi fosse appartenuta ma sicuramente tantissimi sono stati i passaggi di mano prima di finire a far bella mostra di sé nelle nostre vetrine. Sul suo corpo sono evidenti i segni di una lunga storia e di dure vicissitudini: è molto segnata da bruciature e ammaccature, ha perso completamente la verniciatura nera originale, segno evidente di una esposizione a un forte calore, ma, nonostante ciò, è ancora perfettamente funzionante. Non vi può essere migliore testimonianza del fatto che le macchine e le meccaniche di quegli anni erano costruite per resistere nel tempo e per superare le più dure prove e maltrattamenti!!

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George Shiras, il pioniere americano della “caccia fotografica”

Mentre la caccia tradizionale vede sempre più ridursi i propri appassionati (anche perché il numero di “doppiette” rischiava di diventare superiore al numero delle prede), la “caccia fotografica” vede sempre più aumentare i propri appassionati. La fatica degli appostamenti e le ore di ricerca, immersi nella natura, vengono ricompensate da immagini di animali selvatici che molti giovani non hanno mai avuto, e mai avranno, la possibilità di vedere nel loro ambiente naturale. Ma le tecniche di ripresa di questa specialità, soprattutto nell’ambito del notturno, non sono alla portata di tutti; e coloro che per primi, con grandi fatiche, mezzi artigianali ed enorme fantasia, l’hanno sperimentata e divulgata meritano un grande rispetto e riconoscenza. Maestro tra questi il fotografo George Shiras, alcune opere del quale sono ora in esposizione ora a Roma.
Fonte: Chiara Mariani per “Sette”.caccia fotografica

Le Mille Miglia del 2016 a Bèrghem

Reportage di Ivan Mologni

E’ ormai diventata consuetudine, dopo il 2015, la tappa con controllo orario delle Mille Miglia a Bergamo. Arrivano oltre 450 auto d’epoca e 150 sportive. Le mie grandi passioni soddisfatte in un sol colpo: fotografia (ovviamente a pellicola) e vetture storiche.
Per essere sempre operativo e pronto a tutto mi preparo due corpi Contax 167MT (del 1987) e due zoom, un 28/85 e un 80/200. Ricordo che lo scorso anno avevo optato per la pellicola Kodak 400 TMax b/n e utilizzato anche stampe in seppia per storicizzare l’ambientazione (e alcune di queste foto sono esposte nella mostra personale sulle Mille Miglia ora in corso).
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Quest’anno decido perciò di scegliere il colore e mi carico quindi di pellicole Fujicolor 200. La giornata di sole e l’atmosfera festosa sono un incoraggiamento a percorrere chilometri avanti e indietro per cogliere gli attimi particolari. E tra concorrenti pesco anche l’amico Ivan Capelli, il famoso pilota di Formula Uno – ora commentatore tecnico della Rai sui Gran Premi – durante un’intervista e pronto alla partenza.

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Poi mi dedico a qualche foto “dinamica”. Nelle manifestazioni sportive, per dare la sensazione del movimento, si utilizza il “penning” (o tecnica dell’accompagnamento) ossia si sposta la fotocamera seguendo il soggetto (in questo caso le varie auto) utilizzando un tempo d’otturazione lento (1\30 o 1\15), tenendo il diaframma piuttosto chiuso (f/16) e una messa a fuoco perfetta sul soggetto; per questo tipo di effetto si possono utilizzare obiettivi grandangolari (dal 18 al 35mm ) o il normale 50mm.

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…e non dimentichiamo neppure qualche scatto a parte per le simpatiche “bandierine” che fanno da allegra coreografia alla manifestazione e forse, perché no, future modelle del Fotoclub.

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Inaugurata la nuova mostra

Presso l’antica “Osteria dei 3 Gobbi”, intorno ad oggetti storici come il pianoforte su cui suonò Donizetti, si è inaugurata sabato 14/05 la mostra personale di Ivan Mologni, comprendente opere che hanno già vinto concorsi, sulle 1000 Miglia. La mostra è stata aperta per la concomitanza della corsa che avverrà domenica 22 e che vedrà le autovetture partecipanti sfilare proprio davanti al locale ospitante l’esposizione. La mostra resterà aperta fino a lunedì 6 Giugno.

mostra 1000 miglia - inauguraz

Una gradita visita al Fotoclub Bergamo

Deborah, di Pisa, ha visitato la nostra sede nel mese di maggio per avere informazioni sul nostro nuovo e unico corso di fotografia analogica. Possiede già una macchina analogica Nikkormat degli anni ’70 e vuole imparare a sviluppare e stampare il bianco e nero. E’ rimasta affascinata da una microcamera giapponese Colly esposta nella nostra collezione e dalla micro-pellicola da utilizzare su di essa. Le foto documentano un simpatico incontro.

Deborah b

I maestri della Fotografia: Fernando Moleres

Fernando Moleres, nato a Bilbao nel 1963, ha svolto studi da infermiere all’Università dei Paesi Baschi; a partire dal 1987 ha iniziato a fotografare come autodidatta, dividendosi quindi tra il lavoro di infermiere e quello di fotografo fino al 1993.
Ne “II gioco rubato” Fernando Moleres documenta molte forme di lavoro minorile nel mondo. La sua maniera di vedere e catturare l’essenza dello sfruttamento dei bambini in vari contesti culturali è insieme persuasiva e coinvolgente. Ogni fotografia è una esortazione ad agire.
Le sue immagini sono state pubblicate dalle maggiori riviste spagnole e internazionali. Numerosi sono i premi ricevuti da Fernando Moleres, tra i quali: Foto Press 91, Spagna; Erna and Victor Hasselblad Foundation Grant, 1996, Svezia; World Press Photo – serie daily life -, 1998, Olanda; Subsidiary Grant of Eugene Smith Memorial, 1999, USA. Le fotografie di questo libro costituiscono una mostra itinerante esposta per la prima volta a Milano nel dicembre 1999; una sua selezione fa parte della mostra “The Light Beyond the Tunnel” che a partire dal 1998 porta queste immagini in tutto il mondo.

libro Fernando Moleres

Icarex 35. Cambiare il pentaprisma?!

Icarex 35 csSi può cambiare il pentaprisma. L’Icarex 35 è una classica reflex 35mm, tutta manuale, prodotta dalla tedesca Zeiss Ikon tra la fine degli anni ‘60 e l’inizio degli anni ‘70. Il modello 35S TM Pro è stato originariamente sviluppato dalla Voigtländer, ma è stato messo sul mercato dopo la sua fusione con Zeiss Ikon avvenuta nel 1966.
La particolarità dell’Icarex 35, che ha un otturatore a 1/1000 e un attacco a baionetta speciale, è il mirino intercambiabile che permette di togliere e sostituire l’intero pentaprisma (montando la versione 35CS) e disponendo così di una scelta tra una inquadratura a pozzetto o con il pentaprisma originale o con il pentaprisma con esposimetro incorporato. Il misuratore di esposizione del pentaprisma legge attraverso l’obiettivo ma l’esposizione può essere letta solo a diaframma chiuso. L’Icarex 35 disponeva anche di schermi intercambiabili per i mirini.
Il modello successivo, denominato Icarex 35S (fondamentalmente stesso corpo e pentaprisma fisso) ha un misuratore integrato ma ancora con lettura a diaframma chiuso.
IcarexL’innesto a baionetta speciale e la gamma limitata di obiettivi disponibili sono stati i maggiori ostacoli nelle prime vendite e perciò Icarex aveva prodotto entrambi i modelli anche in una versione modificata e predisposta per montare obiettivi a vite da 42 mm. Il marchio TM serviva per distinguerli dalle versioni a baionetta, che rimasero in produzione con il distintivo BM. L’assenza di uno di questi due marchi indica perciò una produzione precedente all’introduzione della modifica.
Alla fine, la gamma comprese quattro modelli: Icarex 35(BM), 35(TM), 35S(BM) e 35S(TM), tutti nelle versioni in cromo o nero. Alcuni corpi neri avevano un marchio PRO che però non corrispondeva ad alcuna nuova variazione tecnica.
La ristretta gamma di obiettivi per la Icarex a baionetta era derivata da disegni Voigtländer e comprendeva solamente: – 35/3.4 Skoparex – 50/1.8 Ultron (elemento anteriore concavo) – 50/2.8 Tessar (4 elementi) – 50/2,8 Color-Pantar (3 elementi) – 90/3.4 Dynarex e 135/4 e 200/4 Super-Dynarex – 400/5 Telomar – 36-82/2.8 Zoomar. Esisteva poi un adattatore per montare un obiettivo Carl Zeiss 8×30 B.
Nel 1971 il modello 35 fu sostituito dall’ SL706, sostanzialmente uguale al 35S (TM) ma con esposimetro a diaframma aperto e un corpo leggermente ridisegnato.

Inaugurata la mostra su Bergamo

La mostra che comprende opere di scultura, dipinti, fotografie e poesie tutte aventi come tema la nostra Città Alta e le sue Mura è stata inaugurata sabato 30 Aprile presso la Sala Manzù con successo di pubblico e resterà aperta fino al 15 Maggio p.v.
E’ qui possibile vedere o scaricare l’intero catalogo delle opere esposte.

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Andy Warhol, l’artista del pop a Pagazzano

Sarà aperta fino al 2 maggio la mostra “Andy Warhol e l’Italian Pop”, ospitata nella Sala del Torchio nel Castello di Pagazzano. Una mostra che celebra la carriera del grande artista statunitense con l’esposizione di ben settanta opere originali, tra cui le note serigrafie raffiguranti Marilyn Monroe, la serie “Ladies & Gentlemen”, le copertine discografiche dei Velvet Underground, disegni, negativi fotografici e una sezione “ cinematografica”.
Accanto al lavori più conosciuti, sono presenti opere meno note in un percorso espositivo in grado di far emergere il valore dell’artista e la portata rivoluzionaria dei suoi “prodotti” artistici, manifesto di una realtà caotica e consumistica che caratterizza l’America degli anni Cinquanta, dove tutto diventa merce, dai barattoli di zuppa Campebell’s, alle celebrità come Elvis e Marilyn, alle stesse relazioni umane, riprese da Warhol nei suoi film, che si svuotano per la perdita di valori in una società che si abbandona al superficiale.

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Quando l’Arte scaturisce dalle mani…

Un’occhiata di Ivan Mologni nell’atelier dello scultore, un mondo tutto particolare in cui si respira aria di vera arte. Pierantonio Volpini, nato a Buenos Aires nel  1955, vive a Bergamo dal 1982. Scultore, proviene da studi tecnici e dall’ Accademia di Belle Arti di Brera e ha fondato la galleria “Progetto Volpini” negli anni ’80 con la scultrice giapponese Oki Izumi. Partecipa a diverse mostre e alla ricerca nel design e ha collaborato alla realizzazione di numerosi progetti. Nel suo “laboratorio” vengono sovente organizzati anche incontri culturali su vari argomenti.

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