Nella pratica fotografica, la prima fase creativa riguarda la preparazione e lo scatto vero e proprio. E’ la fase che più attrae, coinvolge, appassiona fino a spingere a levatacce o a scatti senza sosta o a trascinarsi pesanti borse zeppe di macchine e accessori.
A questa segue poi la seconda fase creativa della fotografia, in camera oscura, quando, una volta impressionato e sviluppato correttamente il negativo, si passa alla stampa, che è quella spesso capace di trasformare una semplice fotografia in un’immagine speciale.
Stampare non è difficile, ma occorre un minimo impegno e un po’ di pratica.
Una volta scelta l’immagine da utilizzare (parleremo più avanti diffusamente dei “provini”), bisogna deciderne il taglio e, soprattutto, capire bene come stampare l’immagine finale, tenendo conto dell’attrezzatura disponibile.
Bisogna sapere che gli errori commessi durante l’esposizione non possono essere più corretti. Solo l’esperienza consente di valutare “a occhio” la durata dell’esposizione che una negativa richiede per effettuare la stampa. Molti sono diventati bravi stampatori “a occhio”… commettendo tanti errori e sprecando molta carta sensibile; è un metodo che riesce spontaneo a tutti, ma dà i suoi frutti soltanto dopo molto tempo.
Per procedere correttamente è invece opportuno riuscire fin dall’inizio a stabilire la corretta esposizione della carta tenendo ben presente i seguenti fattori:
1) iI rapporto d’ingrandimento
2) la gamma di contrasto della negativa
3) la sensibilità della carta
4) la potenza di luce dell’ingranditore
5) iI diaframma dell’obiettivo
Per quanto riguarda il rapporto d’ingrandimento, bisogna soprattutto tener conto che il tempo di posa aumenta proporzionalmente con esso, ossia se per un ingrandimento 13×18 è richiesta una posa di 4 sec., per il formato 18×24 l’esposizione dovrà essere circa il doppio.
Tutti gli elementi che regolano la riuscita di una buona fotografia non si imparano di colpo, ma vengono dettati gradualmente dall’esperienza.
E’ anche opportuno ricordare che le migliori fotografie sono solitamente quelle che si stampano dopo un certo periodo di permanenza al buio, perché quando si è entrati da poco in camera oscura potrebbero influire sul risultato alcuni errori di apprezzamento dovuti al fatto che l’occhio non si è ancora abituato alla luce di sicurezza e, quindi, non è in grado di giudicare bene il contrasto di una stampa.