“Paparazzo”… un tipo di fotografo particolare

Con il termine “paparazzo” si definiscono (a volte in modo dispregiativo) quei fotografi specializzati nel riprendere personaggi famosi in occasioni pubbliche o nella loro sfera privata, quasi sempre cercando le situazioni più particolari, più rare, più compromettenti (in modo da poterne ricavare più denaro). Il termine è una parola d’autore creata e diffusasi grazie al film di Federico Fellini “La dolce vita“, nel quale un personaggio (interpretato da Walter Santesso), che esercita questa professione, ha il cognome Paparazzo e Fellini modellò poi il personaggio sui racconti di Carlo Riccardi, Tazio Secchiaroli e Marcello Geppetti, celebri fotografi dei divi nella Roma degli anni sessanta. Fu Rino Barillari a valorizzare il termine “paparazzo” rendendola una figura rispettabile del fotogiornalismo italiano.
Anche Lady Gaga ha dedicato recentemente ad essi un singolo.
Nel libro dedicato ad Audrey Hepburn, il figlio dell’attrice ne parla diffusamente:
Audrey a Roma
Audrey a Roma 3“A Roma mia madre diventa inevitabilmente anche protagonista degli scatti dei “paparazzi” ante-litteram. Gli inseguimenti inscenati da Walter Santesso – paparazzo nella Dolce vita felliniana toccano pure a lei. Ed è stata una foto del grande Rino Barillari capitatami tra le mani a dare idealmente il via a questa concatenazione di foto che raccontano Audrey a Roma. Mamma però non viene mai colta in fallo, tranne forse per uno sguardo trasognato, rubato a tarda notte in un night. A quel tempo tra attrice e fotografo si creava un sodalizio. Mia madre aveva i suoi fotografi di fiducia, ai quali dava l’esclusiva, ottenendo in cambio immagini impeccabili. Continua a leggere

Sguardi femminili: Julia Margaret Cameron e Margaret Bourke-White

sguardi femm 1Il Fotoclub Bergamo, come sempre attento a ciò che viene pubblicato su giornali e riviste relativamente all’argomento oggetto della sua passione, segnala questa volta un interessante articolo di Livia Salvi apparso sul numero

attualmente in distribuzione di InfoSostenibile :

Julia Margaret Cameron, Margaret Bourke-White e il loro contributo alla Storia della Fotografia
L’invenzione della fotografia segnò un’epoca: era l’inizio dell’Ottocento e la riproduzione di immagini fino a quel momento era una prerogativa della pittura.
La nuova tecnica sconvolse e divise l’opinione pubblica: c’era chi sosteneva che avrebbe sostituito il disegno, chi la temeva considerandola addirittura immorale e chi invece salutava il nuovo mezzo come la più grande invenzione del secolo.
Certo, la fotografia degli albori era molto diversa da come la conosciamo oggi: i dagherrotipi richiedevano tempi di posa lunghissimi ed erano pesanti lastre di rame argentato sulle quali l’immagine appariva come un’ombra; venivano chiamati anche “specchi della memoria” ed erano pezzi unici, non riproducibili.
In molti si dedicarono alla sperimentazione e alla ricerca, e nel giro di alcuni decenni la tecnica venne notevolmente migliorata: si lavorò per ottenere maggiore fotosensibilità al fine di ridurre i tempi, per produrre più copie con una buona definizione e per stampare su carta. Lo sviluppo della tecnica ampliò le possibilità del mezzo e, dopo la metà del secolo, i fotografi iniziarono a esplorare nuove possibilità creative.
Quando Julia Margaret Cameron (1815-1879) ricevette in dono dalla figlia il suo primo apparecchio fotografico era il 1863;… Continua a leggere

Le pagine dell'”Illustrazione Popolare”

Nelle pagine del nostro album che contengono la raccolta de “Illustrazione Popolare” del 1911 si trovano immagini a dir poco “commoventi” e inducono ancora una volta a pensare come la fotografia sappia “congelare” il tempo e sia importante per documentare la Storia dei popoli e delle persone!

Illustrazione 1911

La preghiera del Fotografo

preghiera fotografo1 E’ forse questo il tempo giusto, quello della Quaresima, per ricordare la “Preghiera del Fotografo” che anche il Fotoclub Bergamo ha fatto propria. E’ stata scritta nel 2000 da Padre Lorenzo Sapia, Agostiniano Scalzo, Arciprete Parroco del Santuario di Valverde (CT) e grande appassionato di fotografia, il quale ha voluto regalare questi bellissimi pensieri a tutti coloro che, come noi, si dilettano e amano la Fotografia.
preghiera fotografo3

dalla pagina del Collezionista: Vest Pocket Kodak 127

1913 kodak pocket 2Le fotocamere pieghevoli Vest Pocket Kodak , prodotte dalla Eastman Kodak di Rochester dal 1912 al 1926, furono un vero successo. Sono state le prime fotocamere ad utilizzare le piccole pellicole 127 che producevano otto immagini 6,5×4. Prodotta in quattro versioni principali, fu conosciuta proprio per la sua robustezza, essenzialità e dimensioni contenute tanto che il modello Autographic fu pubblicizzato come “camera del soldato” perché utilizzata durante la prima guerra mondiale e dal 1915 al 1926 ne furono vendute ben 1.750.000! Furono anche commercializzate come “Boy Scout Kodak” e “Girl Scout Kodak”. Il Modello B, che doveva essere caricato dal lato anteriore, fu prodotto dal 1925 al 1934 al costo di $ 7.50. Per i collezionisti è ancora possibile trovarne ancora di funzionanti sul mercato inglese e americano.
Ma la vera particolarità è che una Vest Pocket Kodak potrebbe risolvere il mistero della prima scalata dell’Everest. Infatti due scalatori, George Mallory e Andrew Irvine, dispersi entrambi sull’Everest nel 1924, potrebbero essere stati i primi a raggiungere la vetta, anticipando di 30 anni la spedizione accreditata del successo. Un altro membro della spedizione, rientrato prima dell’ultimo tentativo, raccontò di aver prestato la sua macchina fotografica Kodak VPK a Mallory mentre ancora erano insieme sulla cresta nord. Il corpo di Mallory fu ritrovato nel 1999 ma non la fotocamera che era forse stata passata ad Irvine. Vengono tuttora effettuati tentativi con moderne tecnologie per individuare il corpo di Irvine, e forse, la macchina fotografica che scioglierebbe il mistero.

Novità in Biblioteca: Fulvio Roiter e John Hedgecoe

libro Roiter - laguna
libro Hedgecoe -arte e tecnica John Hedgecoe, grande maestro nell’arte della fotografia, ha messo in quest’opera la propria esperienza al servizio di tutti i fotografi, principianti o tecnici consumati. Le sue numerosissime foto a colori e in bianco e nero conferiscono al libro un carattere eminentemente pratico e insieme un aspetto affascinante di grande album fotografico. Questo libro raccoglie istruzioni tecniche particolareggiate e indicazioni pratiche e positive sul modo di registrare col migliore effetto le immagini, sul come trattare differenti soggetti in differenti condizioni e circostanze; come fotografare la gente singolarmente e in gruppo; come registrare le atmosfere di un paesaggio; come fotografare all’alba e nella foschia, nella luce del sole e all’ombra; come cogliere ogni aspetto della vita vegetale e animale. Parte del libro è dedicata alle tecniche più raffinate della fotografia d’azione, del primo piano, della foto notturna con e senza flash, e spiega come ottenere effetti insoliti con fotocamere, lenti e filtri differenti. Vi sono inoltre capitoli dedicati essenzialmente al funzionamento della macchina fotografica, dove viene consigliato ogni possibile tipo di accessorio, e una «guida» completa per lo sviluppo delle foto, con i diversi modi per creare immagini insolite in camera oscura.
Una breve storia della fotografia e un glossario dei termini tecnici fanno di “Fotografare” un’opera veramente enciclopedica. Illustrato con circa 900 fotografie e disegni a colori e in bianco e nero, il libro offre al lettore una vasta e precisa documentazione visiva, nella quale si riscontrano gli innumerevoli aspetti dello stile di John Hedgecoe, accompagnati da una chiara e precisa spiegazione sul suo modo di ottenere ogni determinato effetto.

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Invito alla mostra di un grande fotografo: Antonio Amaduzzi

Amaduzzi libriAmaduzzi - mostraNegli scatti di Ivan Mologni, l’autore dei libri e della mostra l’illustre fotografo, romano ma bergamasco d’adozione, Antonio Amaduzzi, mentre illustra le sue opere, e l’altrettanto grande maestro Gianni Barengo Gardin, presente all’inaugurazione.

Assemblea annuale dei Soci

Si è tenuta in data 23/01/2016 l’Assemblea generale annuale dei Soci del Fotoclub. Dopo la relazione introduttiva del Presidente sulle numerose attività svolte anche nello scorso anno, l’approvazione del bilancio del 2015 e delle modifiche apportate al logo, si è provveduto alla votazione per rinnovo delle cariche del Consiglio Direttivo che risulta ora così composto: Ivan Mologni Presidente e Tesoriere (ad interim), Licio Villa Vice-Presidente, Tiziano Nava Segretario, Dolfi Serena Consigliere.
La discussione successiva sulle attività future ha portato poi alle seguenti decisioni: da Marzo viene ripristinato l’orario degli incontri nel 1° e 3° giovedì del mese alle ore 21.00 (agosto escluso) e le manifestazioni interne, salvo eccezioni, saranno sempre a tema libero. Invece la previsione sulle iniziative riguarderà: – incontri di Reportage di avvenimenti cittadini (Sfilata Mezza Quaresima, Baskers Festival, Bergamo Sposi, Feste dei Borghi, Rievocazione storica Pontida, Ritrovo auto storiche, Millemiglia, ecc.)- in alcuni dei quali interverremo come Fotografi Ufficiali – e per proseguire la ricerca in esterno soprattutto di immagini di “antichi mestieri”, paesaggi, edifici storici; inoltre, l’organizzazione di: – almeno due corsi o seminari di studio (primavera e autunno) sulla fotografia analogica; almeno due incontri con diaporama dei Soci; concorso interno “Fantadia Fotoclubbergamo”; almeno due sedute di riprese in sala posa (primavera e autunno) e una in ville o castelli (autunno) con fotomodelle e con successive sedute di sviluppo e stampa; almeno una mostra collettiva e sostegno alle personali dei Soci; almeno due gite sociali con visita a mostre fotografiche analogiche d’autore.
Naturalmente, come sempre, i particolari, le precisazioni e/o variazioni saranno comunicate ai Soci tramite i Gazzettini trimestrali del Fotoclub.

La Quaresima di Bergamo…

…non è solo digiuno e penitenza. A circa metà dei canonici 40 giorni, riprendendo un antico rito pagano, avviene il “rasgamènt della ègia”, cui localmente viene dato il significato di messa all’indice di un vecchio problema che affligge la città. Sull’occasione si è poi innestato un rigurgito carnevalesco (rappresentato dal’allegria che accompagna una grande sfilata di carri allegorici) per allentare il grigiore di quelle contrite giornate invernali. E così la “SFILATA DI MEZZA QUARESIMA”, organizzata come sempre dal Ducato di Piazza Pontida, giunge quest’anno alla sua 70° edizione e sarà, come sempre, una grande festa per tutto il territorio bergamasco e un’occasione stupenda per scatti fotografici del tutto particolari. In attesa della prossima (fissata per il 6 Marzo p.v.) è stato bello dare un’occhiata agli album d’archivio delle passate edizioni.
mezza quaresima

Novità in Biblioteca: Vivian Maier

libro Maier
II fascino della fotografa Vivian Maier è dovuto al mistero che circonda la sua vita e il suo lavoro; la misteriosa bambinaia fotografa diventata un caso mediatico poco dopo la sua morte, è nota solo a grandi linee, così come nota è solo una piccola selezione delle sue immagini e una manciata di informazioni sulla sua vita.
Vivian Maier. Una fotografa ritrovata è la raccolta più completa delle sue fotografie, in bianco e nero e a colori. Il volume esplora e celebra la vita e l’opera di Vivian Maier in una prospettiva precisa e attuale, analizzando il suo lavoro nel contesto della Street photography americana contemporanea. Con 240 fotograne in gran parte inedite, questa raccolta include anche le immagini degli effetti personali della fotografa, così come gli oggetti collezionati nella sua vita e mai prima d’ora visti.
Il libro svela il lavoro e la vita di un’artista estremamente riservata, che in vita realizzò un incredibile numero di immagini senza mai mostrarle a nessuno. Come scrive Marvin Heifermann: “le foto di Vivian Maier affascinano non solo perché siamo in grado di vedere il suo mondo attraverso i suoi occhi, ma anche perché ci offrono un così vivido esempio di ciò di cui gli artisti e noi tutti abbiamo bisogno, vediamo e per il quale viviamo”.

La foto digitale può far male alla salute???

photoshop - foto ritoccate

Per gli appassionati di fotografia analogica e senza ritocchi come noi una notizia del genere non poteva che colpire. I “ritocchi”, diventati sempre più invadenti grazie alla facilità d’uso di Photoshop nella fotografia digitale, hanno finito per propagandare, tramite le modelle, un’immagine della donna eccessivamente “ristretta” spingendo, soprattutto adolescenti con spirito di emulazione, verso l’anoressia.
Già noi sapevano che molte serie agenzie di modelle richiedevano che i photobook presentati dalle candidate fossero realizzati senza ritocchi e, per questo motivo, preferibilmente con fotografie analogiche che, nel nostro mondo artefatto, sono sicuramente le più “veritiere”.
Arriva ora dalla Francia una legge, che sarà sicuramente un’apripista, per mettere un freno all’uso eccessivo del ritocco fotografico. Certamente, in questo caso, il motivo è molto serio e la lotta a una malattia come l’anoressia, dilagante nelle nuove generazioni, richiedeva un intervento importante. A noi preme solo sottolineare i pericoli della nostra civiltà tecnologica e, in questo caso, come valga il concetto, da noi più volte ribadito, che alterare una fotografia significa anche modificare la realtà ed è sempre un grave errore perché significa anche falsificare la verità.

Parliamo di 6×6…

hasselblad 6x6Rolley, Hasselblad, Pentax, Yashica, Contax ecc. tutte le maggiori case produttrici hanno nei loro cataloghi delle fotocamere che utilizzano pellicole di Formato 6×6 ed alcune sono diventate veramente “mitiche”.
Il Formato 6×6 (quadrato) si adatta particolarmente al potere di copertura dell’obiettivo. Ogni obiettivo fornisce per sua natura un campo di copertura circolare e un quadrato copre pertanto la superficie di questo cerchio in modo ottimale. Il Formato 6×6 (espresso in centimetri) offre indubbi vantaggi in merito alla qualità finale dell’immagine. Basti pensare che per un Formato 24×36 (detto anche 35, ma, in questo caso, sono millimetri) per fornire una copia stampata di 24×30 (circa il normale A4) deve essere ingrandito di 10 volte; per un negativo 6×6 sarà invece sufficiente un ingrandimento di 5 volte (lineari). Otterremo così una più alta definizione dei particolari dell’immagine anche con maggiori ingrandimenti grazie anche al fatto che potremo utilizzare pellicole con più alta sensibilità Iso e sarà più contenuta l’influenza della grana del negativo (la superficie coperta dall’immagine è complessivamente 3,6 magiore di un 24×36). La miglior definizione di questo formato influisce particolarmente, risultando preziosa, nel lavoro a colori. Il Formato 6×6 non solo è più facilmente dimensionabile ma è indubbiamente anche migliore per la restituzione della gamma tonale nel B/N e di una cromaticità più fedele nel colore. Le diapositive realizzate in questo formato sono realmente superbe!

Nikkormat, un nome nella storia delle reflex

Gli anni Sessanta hanno visto il prevalere dei sistemi reflex su quelli a telemetro grazie ai progressi della tecnologia ottica che permise l’abbattimento dei costi e le industrie giapponesi furono in grado di rendere accessibili ad un ampio pubblico i loro sistemi grazie ai prezzi molto competitivi. Un notevole impulso alla diffusione dei corredi reflex venne dato dall’avvento della Nikon F (1959), che segnò un vero e proprio spartiacque nel mondo dell’industria fotografica. La solida e professionale reflex Nikon, in parte derivata dalla Nikon SP a telemetro, fu un notevole successo di vendite e ancora oggi, a mezzo secolo di distanza, se ne vedono in giro, perfettamente funzionanti, anche perché è stata costruita in circa un milione di esemplari. Dopo anni di fotocamere a telemetro più o meno ricopiate dalle varie Contax e Leica, la prima reflex Nikon ha proiettato in maniera irreversibile il marchio nel mondo della fotografia professionale per le doti di affidabilità e robustezza, imponendosi per molti anni e diventando la “classica” di molti fotoreporter di successo.
La metà degli anni ‘60 segnò anche l’inizio del predominio giapponese anche in campo amatoriale. Le Nikkormat, reflex leggere ma di qualità, furono per ben 12 anni, a partire dal ‘65, anno del debutto con la Nikomat FT, le reflex “mid-class” per eccellenza.
Il declino dell’industria fotografica tedesca, di cui la Leica fu l’unica superstite, fu dovuto alla non nascita di reflex tedesche, qualitative, complete e a prezzi ragionevoli.
Nikkormat EL 1972
Con la EL l’automazione è il tuo servo non il tuo padrone. Alla base del progetto Nikkormat EL, c’è un circuito integrato sviluppato dalla Nikon stessa, che controlla l’esposizione automatica una volta impostato il diaframma; il circuito in base alla luce rilevata dalla cellula dell’esposimetro, imposta il tempo di scatto. Questo componente elettronico controlla anche i tempi dell’otturatore elettromagnetico, che risultano virtualmente esatti e comportano valori esposizione EV estremamente precisi e con delle tolleranze talmente ristrette da essere rilevabili solo strumentalmente.
È possibile ignorare il sistema automatico ogni volta che si desidera ed esercitare il controllo manuale in base alle proprie idee artistiche. Quando si desidera lavorare in manuale, per avere una corretta esposizione in funzione del tempo prescelto, si varia il diaframma (o viceversa) per portare nel mirino l’ago mobile nella zona verde. Il “problema” delle fotocamere a controllo elettronico era ,ed è tutt’ora, la dipendenza dalle batterie, ma anche senza batterie la EL potrà lavorare ricordando la limitazione meccanica del tempo a 1/90. Sulla Nikkormat EL, il selettore dei tempi (da 4 a 1/1000sec) in posizione A attiva l’automatico a priorità diaframma, su B per la posa, su flash imposta 1/125.
La levetta dell’autoscatto, sul frontale alla sinistra dell’obiettivo, se premuta verso l’obiettivo stesso, attiva in automatico il blocco esposizione. Sulla parte sinistra della calotta, coassiale al manettino di riavvolgimento pellicola, c’è il selettore delle sensibilità pellicola (da 12 a 3200 ASA) e la compensazione esposizione di +/- 2 stop.
Sembra incredibile, ma queste sono le principali caratteristiche di una reflex apparsa più di 40 anni fa e ci si rende conto così da dove sono partite le reflex (anche digitali) di oggi: le Nikkormat sono il DNA della fotografia moderna.

6° Concorso provinciale Dia Personal

Si è svolto il 6° Concorso Dia Personal – 2015 (Amici della Diapositiva) nel quale il nostro Circolo si è distinto come sempre per la qualità e quantità di opere presentate. Il Direttivo ringrazia e si congratula con i propri Soci per la fattiva partecipazione.

Dolfi Serena: “Sfilata di mezza quaresima”

Giolito Michele: “Da Acqui Terme a Limone sul Garda”
Gotti Oliviero: “Le Mille Miglia”
Nava Tiziano: “Aliene in passerella”

Mologni Ivan: “L’onesto racconto: Astino”

dalla nostra biblioteca: Alinari, i grandi maestri del ritratto

Alinari arriva a Roma con i Savoia — erano i fotografi di corte — con la creazione della capitale nel 1870. La storia e la presenza di questo nome — che poi grazie al Senatore Cini avrebbe assorbito un’altra “gloria fotografica” di Roma (l’archivio di lastre “Anderson” di oltre 40.000 pezzi) — si confondono quindi con oltre un secolo di vita di Roma (1870-1975). Negli anni ’80 è stato fondato a Firenze in Palazzo Rucellai il primo Museo di Storia della Fotografia in Italia (allora l’unico e uno dei quindici esistenti al mondo) con lastre e negativi storici (i più importanti che si conoscono con oltre 600.000 lastre), e circa 150.000 foto antiche.
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I grandi della Fotografia : Ansel Adams

Nato nel 1902 a San Francesco da famiglia agiata, Ansel Adams vanta una preparazione culturale e artistica di prim’ordine; i genitori, infatti, lo spingono a studiare pianoforte e a frequentare l’università. E’ solo all’età di 28 anni che sceglie definitivamente e senza rimpianti il mestiere di fotografo. Prima Stieglitz, poi Weston lo scoprono, incoraggiano e aiutano; autore di numerosi fotolibri e manuali di fotografia, insegnante, coordinatore di mostre, Ansel Adams è stato, e continua ad essere per i giovani, maestro entusiasta e uomo d’immagine a cui l’evoluzione e la storia della fotografia devono molto.

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6° Concorso provinciale Dia Personal

Il Direttivo comunica che sono state presentate le seguenti opere dei Soci per la partecipazione al 6° Concorso Dia Personal – 2015 (Amici della Diapositiva).

1.Dolfi Serena (5): “Sfilata di mezza quaresima a Bergamo”
2.Giolito Michele (10): “Da Acqui Terme a Limone sul Garda”
3.Gotti Oliviero (11): “Le Mille Miglia a Brescia”
4.Mologni Ivan (15): “L’onesto racconto: Astino”
5.Nava Tiziano (10): “Aliene in passerella”

Per un Totale dia del nostro Fotoclub di 61 opere.

La Proiezione avrà luogo il sabato 21 novembre p.v. alle 21.00 presso il Centro Giovanile di Verdello, cui seguirà un simpatico rinfresco per tutti i presenti. Oltre ai partecipanti sono invitati tutti gli altri soci con amici e simpatizzanti.