L’analogico come la Fenice… Bentornata Polaroid!

Si festeggia quest’anno l’ottantesimo anniversario della nascita di Polaroid, fondata da Edwin Land nel 1937, e, dopo i numerosi travagli e sperimentazioni che erano apparse a molti come il canto del cigno e dieci anni dopo lo stop alla produzione delle macchine fotografiche istantanee, Polaroid torna prepotentemente nel mercato. E lo fa attraverso “The Impossible Project” che, dopo l’acquisto del marchio da parte del suo maggiore azionista, cambia nome, si trasforma in “Polaroid Originals” e lancia la OneStep 2, la nuova versione della macchina fotografica che ha reso celebre Polaroid nel mondo.
Negli ultimi anni abbiamo assistito ad un forte ritorno della fotografia analogica istantanea – spiega il 28enne Oskar Smolokowski, capo di Polaroid Originals e figlio di quel facoltoso Wiaczeslaw che nel 2012  investì nel progetto – questa crescente richiesta va ben oltre l’effetto nostalgia. Nel mondo di oggi, frenetico e digitale, un oggetto tangibile al di fuori dello schermo dello smartphone diventa un oggetto prezioso. Unico e impossibile da riprodurre”.

Polaroid Originals ripropone una macchina con gli stessi principi della Polaroid analogica del 1977 ma integrata da tecnologie attuali, con lo stesso semplice sistema “punta-e-scatta”, con una lente da 106mm dell’obiettivo fisso in policarbonato e acrilico con un range da 60cm a infinito, con un potente flash integrato, completo di un tasto per aumentare o diminuire l’esposizione, un comodo carica batterie via cavo USB, una batteria a lunga durata interna da 1.100 mAh (assente sul modello originale) e un timer per autoscatto. Come il predecessore, ha il grande pulsante rosso per lo scatto posizionato nella parte frontale e il logo dai colori arcobaleno che ha accompagnato la storia di Polaroid; ha una struttura sagomata ed ergonomica, cosa che fa venir voglia di fotografare qualsiasi cosa. Il dispositivo propone però un approccio alla fotografia che non ha nulla a che vedere con quello delle alternative digitali moderne. La fotocamera è pensata per essere contemporanea più che mai per la gente che ama ancora aspettare e scoprire la foto che si sviluppa pian piano e la sensazione vintage del controllo manuale e della pellicola si rivolge in modo specifico a chi preferisce il contatto con la stampa fisica alle immagini destinate a vivere su un display.
Inoltre ogni pacchetto base di pellicole è sufficiente per soli otto scatti, e ciò spinge a prestare particolare attenzione prima di premere l’otturatore; ogni volta che si preme il pulsante dell’otturatore, si innescano migliaia di reazioni chimiche per creare un’immagine reale e unica. Ogni scatto sarà stampato. È la bellezza delle Polaroid.
Il pacchetto di pellicole può essere ricaricato attraverso uno sportellino nella parte anteriore della fotocamera e possono essere caricate anche pellicole per le vecchie Polaroid.
E proprio con l’obiettivo di mantenere viva l’eredità, con un’iniziativa non priva di un suo tocco di poesia, Polaroid Originals commercializza anche le macchine d’epoca completamente ricondizionate,.
Con le OneStep 2, disponibili in varie versioni, è stata studiata anche una nuova generazione di pellicole, che “regalano la distintiva, sognante bellezza delle fotografie analogiche istantanee“, a colori, in bianco e nero e in una nuova gamma di edizioni speciali. L’azienda ha assicurato che gli scatti saranno sviluppati più rapidamente delle vecchie versioni e non servirà scuoterle perché si svilupperanno nascoste e protette dalla luce diretta.
Prezzi di macchine e pellicole si trovano sulle pagine del sito ufficiale.

ricordi, emozioni particolari…

E’ capitato a tutti di ritrovarsi tra le mani un vecchio oggetto che apra la porta a una valanga di ricordi, a ripensare a cose e persone di altri tempi che hanno fatto parte del nostro passato riportandoci per un pò di tempo a rivivere situazioni ormai lontane nel tempo…. ma a noi foto-analogici è riservata un particolare forma di ricordo e di emozione quando, spuntate da qualche cassetto, ci ritroviamo “tra le mani” delle vecchie fotografie o un vecchio album di fotografie perché in esse “vediamo” proprio le persone e le situazioni che abbiamo vissuto. Immagini ottenute con una macchina fotografica magari avuta in regalo per qualche promozione o comperata con grandi sacrifici e risparmi di mesi… bergamo-1970-1-molognile prime, poche, immagini immortalate che ci hanno portato a sperimentare il magico mondo della Fotografia; bergamo-1970-2-molognie, allora, sempre per i costi, bisognava saper scegliere, decidere e poi attendere per vedere il risultato. Un’emozione che ben difficilmente potrà essere vissuta dai foto-digitali d’oggi da subito avvezzi a “sparare” centinaia di riprese che vanno magari perse al primo o secondo cambio di computer o per qualche virus…

La foto digitale può far male alla salute???

photoshop - foto ritoccate

Per gli appassionati di fotografia analogica e senza ritocchi come noi una notizia del genere non poteva che colpire. I “ritocchi”, diventati sempre più invadenti grazie alla facilità d’uso di Photoshop nella fotografia digitale, hanno finito per propagandare, tramite le modelle, un’immagine della donna eccessivamente “ristretta” spingendo, soprattutto adolescenti con spirito di emulazione, verso l’anoressia.
Già noi sapevano che molte serie agenzie di modelle richiedevano che i photobook presentati dalle candidate fossero realizzati senza ritocchi e, per questo motivo, preferibilmente con fotografie analogiche che, nel nostro mondo artefatto, sono sicuramente le più “veritiere”.
Arriva ora dalla Francia una legge, che sarà sicuramente un’apripista, per mettere un freno all’uso eccessivo del ritocco fotografico. Certamente, in questo caso, il motivo è molto serio e la lotta a una malattia come l’anoressia, dilagante nelle nuove generazioni, richiedeva un intervento importante. A noi preme solo sottolineare i pericoli della nostra civiltà tecnologica e, in questo caso, come valga il concetto, da noi più volte ribadito, che alterare una fotografia significa anche modificare la realtà ed è sempre un grave errore perché significa anche falsificare la verità.