Disavventure fotografiche a quota 3.500…

di © Riccardo Scuderi

Ebbene si, dagli errori bisogna imparare e crescere… Domenica 6 marzo, spinto dalle previsioni meteo ottimali, organizzo un’escursione in quota… e che quota: Punta Helbronner, ultima tappa della spettacolare funicolare Skyway Monte Bianco a 3.466 mt s.l.m.. Purtroppo una serie di valutazioni errate, mi ha comportato un (parziale) fallimento della spedizione.

Per iniziare, l’attrezzatura: Hasselblad 500 CM + Leicaflex SL2 con obiettivi 50mm e 135mm. Almeno 3,5 chilogrammi di metallo puro, anche se ben bilanciati in zaino fotografico e tracolla. Di seguito una foto delle due protagoniste:

Una volta arrivato in quota, sono stato esposto a raffiche di vento (per fortuna solo intermittenti) e parziale “congelamento” delle mani (nonostante i guanti tecnici, specifici per la fotografia). Di conseguenza l’impossibilità di effettuare le regolazioni nella Hasselblad, praticamente lasciata nello zaino (e la schiena ringrazia…); a ciò si aggiunga la temperatura di – 18 gradi centigradi… Per fortuna avevo la Leicaflex con la quale sono riuscito a scattare, cambiando all’occorrenza le ottiche.

Ma ecco un altro problema: l’esposimetro della macchina, a causa del sole già forte (erano circa le 9 del mattino) e del riverbero della neve, è letteralmente impazzito, risultando di fatto inutilizzabile. Ho esposto secondo la “regola del 16“, ma la scena che mi trovavo difronte era estremamente contrastata, passando dal bianco accecante della neve allo scuro delle montagne… Ulteriore errore è stato l’utilizzo della pellicola Ilford Pan F 50 iso (vedi in seguito…).

Alla fine lo sviluppo ha certificato la disfatta: si passava da negativi sovraesposti ad altri molto sottoesposti. Insomma un casino!

Pertanto mi sento di dare i seguenti consigli per chi ama fare le fotografie in quota:

  • portare un’attrezzatura “sostenibile”, sia come peso che come automatismi (assieme alla Leicaflex sarebbe stato più utile avere una compatta di qualità ed automatica, come la Olympus AF 10), visto che le condizioni meteo sono estremamente variabili. A volte è meglio sacrificare un minimo di qualità ma portare a casa scatti adeguati;
  • munirsi di filtri adeguati, come un polarizzatore e un filtro rosso per valorizzare il cielo e gestire meglio i contrasti (il Presidente del F.C.B. è già preavvisato per la fornitura…);
  • portare un esposimetro esterno, essenziale in queste occasioni.
  • Se la scena è molto contrastata (come in questo caso) è necessario utilizzare una pellicola a medio-alta sensibilità (almeno 400 iso) che restituisca una adeguata scala di grigi. L’uso di una pellicola a bassa sensibilità (come nel mio caso) non ha fatto altro che “raddoppiare” in contrasto già elevato… amplificando i danni!

Il fallimento è stato solo parziale, qualcosa di buono credo di aver portato a casa:

F.C.B.: La tenacia e la passione per la fotografia analogica supera ogni ostacolo!

Un’escursione a due passi da Aosta: quota “B.P.”

di © Riccardo Scuderi

E’ proprio vero: ogni angolo della Valle d’Aosta nasconde un paesaggio, una storia e un’emozione inaspettata.

A pochi chilometri da Aosta, mi sono imbattuto in un luogo di grandissimo valore archeologico e paesaggistico, la Riserva naturale Tsatelet, meglio conosciuta come “Quota B.P.”, in ricordo del Generale inglese Robert Stephenson Smyth Baden-Powell che, nel 1907, fondò il movimento dei Boy Scout.

La riserva domina da una collina la piana di Aosta, alla confluenza delle valli del torrente Buthier e della Dora Baltea, fino a 10 mila anni fa percorse dai ghiacciai.

Dalla sommità della Quota B.P. si ipotizza la presenza di una tomba di epoca salassa: nel tardo neolitico infatti, intorno al 3000 a.C., proprio in questi luoghi, è stata ricostruita la presenza del primo insediamento umano della zona.

Per l’occasione (e per fortuna!) avevo con me l’ammiraglia: la Hasselblad 500 CM, caricata con un rullino Rollei Superpan 200 Iso. Erano già le 17 inoltrate e la luce cominciava a scarseggiare… Devo dire che il medio formato da questo punto di vista è imbattibile: ho tarato il tempo di scatto “di sicurezza” a 1/125 ed il diaframma ad f/4, riuscendo a portare a casa degli scatti, per me, più che soddisfacenti, nonostante la pellicola non fosse particolarmente luminosa!

Ovviamente la sera (o per meglio dire la notte…) subito in Camera Obscura a sviluppare l’agognato rullino! Questa volta ho utilizzato come rivelatore lo storico ed intramontabile Kodak D76 che è stato ampiamente all’altezza delle aspettative.

Medio Formato: qualità senza compromessi!”

Fotocamere di Medio Formato (5^ parte)

di © Ivan Mologni

Continuiamo le interpretazioni fotografiche in ritratto nel medio formato (articoli precedenti sul tema: Fotocamere di Medio Formato (1^ parte); Fotocamere di Medio Formato (2^ parte); Fotocamere di Medio Formato (3^ parte); Il Ritratto in sala posa – Hasselblad 500CM (4^ parte)

Con la mia fidata Hasselblad 500 CM ed obiettivo Sonnar 150mm f/4, ho fotografato le tre modelle con pellicola Kodak Portra 160 Iso e sviluppo in C41. I fondali utilizzati sono in carta e stoffa; le luci sono fornite da monotorce flash Bowens da 800 watt, completate da luci “pilota” con ombrelli, bank e spot. La carta fotografica utilizzata è la sempre affidabile Fujifilm Fujicolor Paper Crystal Archive.

L’esposimetro utilizzato per il flash è un Gossen Sixtronet, con lettura su f/8, come diaframma ottimale, e tempo di sincronizzazione a 1/125.

Le riprese, effettuate a mano libera e con messa a fuoco sugli occhi delle tre modelle: Alessandra, Chiara e Marta che hanno posato con grande professionalità e competenza. Trucco e pettinature appropriate per valorizzare al massimo i soggetti. Veramente brave!

Foto 1 – Chiara. Fotografata sulla diagonale della composizione. Il soggetto è illuminato, guardando la foto, a sinistra con bank diffusore; dietro la testa collocato uno spot a parabola in controluce, per illuminare i capelli.

Foto 2 – Marta. Fotografata in ritratto ambientato con luce bank a sinistra, mentre a destra è stato collocato un ombrello in diffusione. Composizione sulla diagonale del quadrato fotografico.

Foto 3 – Alessandra. Fotografata centralmente. Anche in questo caso collocato il bank a sinistra e un ombrello diffusore a destra, con luce dello stesso valore di illuminazione. Dietro la testa uno spot di illuminazione per evidenziare la capigliatura.

N.B.: nei Corsi di Ritratto Professionale da me tenuti, sono previste esercitazioni specifiche anche con reflex di medio formato e/o banco ottico, per ottenere immagini di impatto legate al beauty, glamour e boudoir. Per i programmi dettagliati si rimanda alla lettura del Blog.

F.C.B.: solo la Fotografia Analogica è in grado di esaltare la vera bellezza!

Il Ritratto in sala posa – Hasselblad 500CM (4^ parte)

di © Ivan Mologni

Quando, durante i miei corsi, tratto il tema del “ritratto in sala pose”, predispongo per i miei allievi le seguenti indicazioni di base:

  1. Prima di fotografare una modella, è opportuno organizzare un appuntamento finalizzato ad una prima conoscenza e per accordarsi sulle pose da effettuare, sul trucco, sull’acconciatura ed abbigliamento. Durante la seduta di ritratto, è bene predisporre una telecamera con monitor affinché la modella possa vedersi ed assumere le espressioni più congeniali. Sempre durante la seduta – che di norma dura almeno 3-4 ore – scegliere una musica adeguata, meglio ancora se scelta dal soggetto fotografato , in modo che il tutto si svolga nel massimo relax.
  2. Aspetto tecnico: la scelta del formato delle riprese, degli obiettivi, luci, filtri e fondali, da abbinare sempre con gusto , conformemente alla tipologia del soggetto e del relativo abbigliamento.
  3. Usare anche un ventilatore adatto a muovere i capelli e/o l’abbigliamento, al fine di dare maggiore “effetto presenza” e più freschezza allo scatto. Per quanto riguarda il fondale, deve essere in ordine, privo di irregolarità e non danneggiato.
  4. La scelta della pellicola: bianco e nero, colore o diapositiva. E’ determinate avere un esposimetro flash per determinare con precisione il diaframma da utilizzare.
  5. Per l’illuminazione, è preferibile utilizzare flash da studio (monotorcia) con lampada pilota, oltre ad accessori come “bank”, ombrelli diffusori, spot e pannelli per effetti particolari di luce.
  6. La modella dovrà avere sempre un trucco fresco, opaco e non lucido e la pettinatura deve essere d’effetto ed in ordine.
  7. Si può usare anche il treppiede durante le riprese, anche se personalmente preferisco la ripresa a mano libera, sicuramente più dinamica e veloce. Mi raccomando: la messa a fuoco deve essere effettuata con precisione negli occhi! L’osservatore pone naturalmente l’attenzione sullo sguardo.
  8. E’ sempre raccomandato sviluppare e stampare in proprio, magari coinvolgendo la modella in Camera Obscura per farle apprezzare il processo di “creazione” della fotografia. Prima eseguite sempre i provini e mostrateli al soggetto ripreso, selezionando insieme le immagini più appropriate e significative da stampare.
  9. E’ mia prassi regalare alla modella un “composit” e/o “book” delle fotografie migliori. Anche un ingrandimento sarà molto gradito dalla modella che lo esporrà con orgoglio nella propria abitazione.
  10. E’ possibile continuare la sequenza di scatti in esterni, scegliendo luoghi particolarmente suggestivi e adatti per le riprese.
  11. Ultimo consiglio: siate sempre organizzati, sicuri nelle indicazioni da impartire alla modella, con idee chiare e muovendosi con sicurezza tecnica e artistica; avrete sempre numerosi soggetti che vorranno posare per voi, grazie alla professionalità che avete dimostrato.

Provino modella Victoria

Proseguendo con il ritratto in formato 6 x & (Fotocamere di Medio Formato (1^ parte) – Fotocamere di Medio Formato (2^ parte)Fotocamere di Medio Formato (3^ parte), riporto i seguenti scatti:

Foto 1 – classico ritratto con Hasselblad 500 CM e obiettivo 150mm F/4. La composizione è in diagonale con sguardo laterale. La pellicola usata è la professionale Kodak Portra 160 a colori negativa. Il fondale azzurro è illuminato con torce Bowens con costruzione luce a tre posizioni:

Foto 2 – utilizzato l’obiettivo 80mm f/2.8, sempre in fondo azzurro e costruzione a tre luci:

Foto 3 – una classica posa da ritratto, con le mani tra i capelli e luci d’effetto:

La predetta pellicola è stata sviluppata in C 41 e stampata su carta Fujifilm Fujicolor Crystal Archive lucida.

Il mio personale ringraziamento va alla modella Victoria per la professionalità e l’infinita pazienza dimostrata!

Il fascino senza tempo del ritratto analogico!

Fotocamere di Medio Formato (3^ parte)

Il Ritratto – Modella: Alice

di © Ivan Mologni

Presento il terzo capitolo sul ritratto in sala pose con il Medio Formato in pellicola 6 x 6 (articoli precedenti Fotocamere di Medio Formato (1^ parte) e Fotocamere di Medio Formato (2^ parte)) effettuati con la Hasselblad 500 C/M e gli obiettivi Planar 80mm f/2.8 e Sonnar 150mm f/2.8.

Il fondale è nero per dare risalto all’insieme: modella e strumento musicale bergamasco – “ol Baghèt“, ovvero la cornamusa o zampogna.

L’illuminazione è diffusa e di costruzione, a tre punti luce. L’illuminazione è garantita dalle lampade Bowens 800 watt e flash con luce pilota da 250 watt ciascuno, dotati di sincronizzatori, con esposimetro per flash Gossen Sixtronet. Il diaframma utilizzato è F/8.

La nitidezza della stampa è semplicemente superba e le foto scansite e allegate in questo articolo posso dare solo una vaga idea del livello di dettaglio garantito dalla Hasselblad 500 C/M. Ciò garantisce il massimo dettaglio anche degli strumenti musicali. Inoltre un particolare effetto luce sui capelli della modella ha attribuito una maggiore tridimensionalità all’insieme.

Un sentito ringraziamento ad Alice che ha posato con estrema professionalità e pazienza.

Dati tecnici:

  • Hasselbald 500 C/M con obiettivi Planar 80mm f/2.8 e Sonnar 150mm f/2.8 + paraluce Carl Zeiss;
  • pellicola bianco e nero Kodak TMAX 100 Iso sviluppata in chimici TMAX – diluizione 1 + 4 a 24°;
  • pellicola negativa colore Kodak Portra 160 Iso – sviluppata in C 41;
  • carta fotografica: Ilfospeed Glossy (bianco e nero) – sviluppo Ilford, diluizione 1 + 9; Fujicolor Supreme Archive Crystal Lucida (colore).

F.C.B.: nella tradizione ma sempre all’avanguardia!

Il primo sviluppo di un rullino 6 x 6…

di © Riccardo Scuderi

Dopo la soddisfazione per i miei primi scatti in medio formato con la Hasselblad 500 C/M con diapositiva Fujifilm Velvia 50 Iso (La scoperta di una passione: Hasselblad 500 C/M), riporto di seguito alcuni scatti di Bergamo Alta – sempre nel medio formato – ottenuti dallo sviluppo di due rullini 120mm Ilford FP4 125 Iso e Ilford HP5 400 Iso.

E’ stato in assoluto il mio primo sviluppo in questo formato che continua a regalarmi splendide sensazioni, grazie alla ricchezza di dettagli unica del formato quadrato! Sarà sicuramente il primo di una lunga serie!

Entrambi i rullini sono stati sviluppati con chimici Ilford, in diluizione 1 + 9, alla temperatura di 20° C.

F.C.B.: A difesa della tradizione e della storia!

Fotocamere di Medio Formato (2^ parte)

IL RITRATTO – Modella: Nataliya S.

di © Ivan Mologni

Prima di introdurre gli scatti dell’articolo, vi rimando all’articolo sul medio formato del dicembre 2015 Parliamo di 6×6…

Facendo seguito al precedente articolo sul tema Fotocamere di Medio Formato (1^ parte), anche questa volta utilizzo la classica Hasselblad 500 C/M con obiettivi 80mm e 150mm, magazzino A12 caricato con l’ottima Kodak TMAX 400 in bianco e nero.

I fondali utilizzati sono in stoffa che reputo più “plasmabile” e creativo rispetto al cartoncino. Anche in questo caso mi sono avvalso di unità flash con luce pilota della Bowens – i Monolite 800 watt (3 unità) – che hanno contribuito a creare l’illuminazione “tridimensionale” che cercavo per valorizzare il soggetto.

FOTO 1. In questo caso ho utilizzato l’obiettivo 80mm con ben tre punti illuminanti, uno spot puntato sul viso e sul fondo luci di illuminazione secondaria – tempo sincro flash 1/125 a f/2.8.

FOTO 2. Il soggetto, in questo caso, si staglia in un’illuminazione diffusa con effetto leggermente morbido. Obiettivo 80mm con apertura diaframma a 2.8 (effetto seppia).

FOTO 3. In questo scatto l’effetto “spot” è molto pronunciato, esaltando la posa aggressiva, quasi felina della modella. L’obiettivo utilizzato è il 150mm, allo scopo di avere il fotogramma pieno.

FOTO 4. Provini in interni ed esterni della modella Nataliya, nel formato 24x36mm, tratti da diapositive Fuji Astia 100.

FOTO 5. Partecipando ad un concorso fotografico indetto dal mensile “FOTOGRAFARE“, pubblicato lo scatto vincitore del premio descritto nell’articolo . La modella è stesa in prato di trifogli (foto “A” a sx tratta dalla DIA originale e foto “B” a dx pubblicata nella rivista).

Dattiloscritto del 25.02.20: riguarda la mia partecipazione al concorso fotografico in oggetto riportante la descrizione delle attrezzature e tecniche usate e l’autorizzazione firmata dalla modella Nataliya S., che, con grande professionalità e pazienza, ha per me posato. Nel dattiloscritto del 23.5.20 è riportato il mio ringraziamento alla redazione di “Fotografare” per la mia affermazione.

Voglio infine precisare che le foto di questo articolo, in interni ed esterni, sono state eseguite nel periodo “pre covid” quindi senza la protezione della mascherina.

“F.C.B.: All’avanguardia ma sempre nella tradizione!”

La scoperta di una passione: Hasselblad 500 C/M

di © Riccardo Scuderi

Qualche settimana fa mi sono voluto regalare una Hasselblad 500 C/M, in ottime condizioni e corredata da uno splendido pentaprisma esposimetrico TTL. La “colpa” è ovviamente del Presidente del F.C.B. il quale mi ha sempre decantato le virtù e la qualità unica che questa storica macchina fotografica è in grado di offrire. Anche questo Blog ha, nel tempo, prodotto diversi articoli sull’argomento, tra cui Hasselblad… una leggenda “stellare”; Hasselblad, un mito nella Storia della Fotografia.

Devo dire che sul campo non mi ha assolutamente deluso, anzi penso che provochi una assuefazione dalla quale è impossibile liberarsi! Il formato 6X6 (cm), garantisce una qualità molto più elevata rispetto al formato 24×36 (mm) e la differenza si nota!

Vi propongo una serie di scatti fatti in Città Alta montando l’obiettivo Planar T* 80mm Carl Zeiss. La pellicola utilizzata è la Fujicolor Velvia 50 Iso – formato 120mm, sviluppata in E 6.

Al fine di rendere fruibili le immagini per questo blog, ho effettuato una scansione ad alta risoluzione utilizzando lo scanner Epson Perfection V600.

“F.C.B.: le dimensioni (della pellicola)… contano!”

Fotocamere di Medio Formato (1^ parte)

di © Ivan Mologni

Parliamo di macchine fotografiche che usano pellicole formato 120mm: le immagini ottenute hanno una definizione e una resa tonale più elevata rispetto al formato 35mm, indispensabile in caso di ingrandimento in fase di stampa.

Si collocano a metà strada tra le maneggevoli reflex 24 x 36mm ed i banchi ottici da studio. Il sistema di messa a fuoco più utilizzato è il TTL reflex (attraverso l’obiettivo). Su alcune attrezzature fotografiche viene utilizzato il “pentaprisma” per inquadrare all’altezza dell’occhio e correggere l’immagine che altrimenti apparirebbe “speculare“, ossia con i lati invertiti.

Queste macchine, inoltre, possiedono dorsi intercambiabili che permettono si scegliere il tipo di pellicola in base alle esigenze, senza dover aspettare di esaurire gli scatti dell’intero rullino. Esse si differenziano tra loro in base alla larghezza del fotogramma: l’altezza della pellicola rimane di 6 cm mentre la larghezza varia da 4,5cm, 6 cm, 7 cm, fino a 9 cm.

IL RITRATTO – IN PRATICA (sala posa 1)

Le fotografie che presento riguardano la fotografia in sala posa, in interni, con fotocamera di medio formato “6 x 6” Hasselblad 500 C/M con obiettivi Distagon CM 50mm f/4, Planar CM 80mm f/2.8, Sonnar CM 150mm f/4.

L’Hasselblad 500 C/M è dotata di mirino TTL pentaprismatico, magazzini B/N e colore negative, paraluce 60/80, con vetro smerigliato Acute Matte Focusing, anello messa a fuoco rapida.

Su 12 scatti in 6 x 6, ho selezionato queste 5 immagini in bianco e nero. Gli obiettivi usati sono l’80mm e il 150mm, la pellicola è la classica Kodak 100 TMAX, sviluppata in TMAX 1 + 4 a 24 °. L’illuminazione è fornita da tre flash Bowens Monolite da 800 watt, con lampada pilota da 150 watt, ombrelli diffusori e bank. Il fondale in stoffa della Lastolite, colore giallo-arancio – “Bancok

PARLIAMO DEL FORMATO QUADRATO NEL RITRATTO

La mia esigenza compositiva sta nell’armonizzare la posa, insistendo sulla diagonale compositiva della figura, completandola con armonia di equilibrio tra massa e spazio, riflettendo molto sulla “posa”.

Un grazie particolare alla modella NATALYA, che con professionalità assoluta ha assecondato in modo ottimale le mie esigenze compositive. L’interpretazione voluta mi ha pienamente soddisfatto. Gli sguardi, complici ed accattivanti, di Natalya hanno contribuito a rendere i ritratti di posa molto piacevoli. Le stampe sono state eseguite a fotogramma intero.

“F.C.B.: Sodalizio per la salvaguardia e la diffusione della fotografia a pellicola”