Un’escursione a due passi da Aosta: quota “B.P.”

di © Riccardo Scuderi

E’ proprio vero: ogni angolo della Valle d’Aosta nasconde un paesaggio, una storia e un’emozione inaspettata.

A pochi chilometri da Aosta, mi sono imbattuto in un luogo di grandissimo valore archeologico e paesaggistico, la Riserva naturale Tsatelet, meglio conosciuta come “Quota B.P.”, in ricordo del Generale inglese Robert Stephenson Smyth Baden-Powell che, nel 1907, fondò il movimento dei Boy Scout.

La riserva domina da una collina la piana di Aosta, alla confluenza delle valli del torrente Buthier e della Dora Baltea, fino a 10 mila anni fa percorse dai ghiacciai.

Dalla sommità della Quota B.P. si ipotizza la presenza di una tomba di epoca salassa: nel tardo neolitico infatti, intorno al 3000 a.C., proprio in questi luoghi, è stata ricostruita la presenza del primo insediamento umano della zona.

Per l’occasione (e per fortuna!) avevo con me l’ammiraglia: la Hasselblad 500 CM, caricata con un rullino Rollei Superpan 200 Iso. Erano già le 17 inoltrate e la luce cominciava a scarseggiare… Devo dire che il medio formato da questo punto di vista è imbattibile: ho tarato il tempo di scatto “di sicurezza” a 1/125 ed il diaframma ad f/4, riuscendo a portare a casa degli scatti, per me, più che soddisfacenti, nonostante la pellicola non fosse particolarmente luminosa!

Ovviamente la sera (o per meglio dire la notte…) subito in Camera Obscura a sviluppare l’agognato rullino! Questa volta ho utilizzato come rivelatore lo storico ed intramontabile Kodak D76 che è stato ampiamente all’altezza delle aspettative.

Medio Formato: qualità senza compromessi!”

Il Chiostro di San Pietro e Sant’Orso ad Aosta

di © Riccardo Scuderi

Proseguendo con la scoperta di Aosta (v. art. Aosta… la Roma delle Alpi: il Teatro Romano; Valle d’Aosta… terra di Castelli), lo scorso fine settimana, approfittando tra l’altro di una splendida giornata, ho avuto modo di visitare la chiesa di S.Orso e, soprattutto, il chiostro, un vero e proprio gioiello del complesso monumentale di Sant’Orso, cui si accede da un androne aperto sulla destra della facciata.

L’originario impianto romanico, risalente al 1132, è caratterizzato da bellissimi capitelli, scolpiti in marmo ma rivestiti già in tempi antichi di vernice scura, che raffigurano mirabilmente scene simboliche del Nuovo e Vecchio Testamento, della vita di Sant’Orso, di personaggi e animali fantastici con numerosi elementi decorativi. Sono considerati fra le più alte espressioni della scultura romanica religiosa.

Il sole ancora relativamente basso mi ha permesso di enfatizzare la struttura grazie al gioco di luci ed ombre proiettati dalle colonne. La pellicola Kodak TMAX 400 unita alla Leicaflex SL2 ed all’obiettivo Leitz Summicron 50mm F/2 hanno fatto il resto.

Per lo sviluppo dei negativi ho utilizzato il chimico Kodak D-76 (“puro”, quindi non diluito con acqua allo scopo di ottimizzare il risultato) a 20 °C, per 8′ con agitazione di 5” ogni 30”.

F.C.B.: LA FOTOGRAFIA ANALOGICA A TESTIMONIANZA DELLA STORIA