Bergamo Historic Gran Prix: un grande appuntamento

Domenica 27 Maggio 2018 storiche e prestigiose vetture da corsa son tornate in Città Alta per disputare la 13° edizione della Coppa Città di Bergamo (rievocazione storica del GP di Bergamo che vide trionfare Tazio Nuvolari su Alfa Romeo P3 nel 1935) nella formula Bergamo Historic Gran Prix collaudata con grande successo di pubblico.
Il Circuito delle Mura (m 2920), percorso anche quest’anno in senso orario, come nel 1935, parte da Piazza Cittadella, attraversa la porta del Pantano, scende dalla Boccola e, dopo il lungo rettilineo fino alla chiesa S.Agostino, passa l’impegnativa curva con cambio di pendenza, segue la salita del Viale delle Mura e poi la chicane della porta S.Giacomo seguita dal rettifilo di Santa Grata e, dopo la curva a 90° del Seminario, giunge al traguardo di Colle Aperto.
Hanno partecipato alla gara 80 selezionati bolidi d’epoca di assoluto pregio F1 e F Junior anni ’50-’60, ANTEGUERRA GP/SPORT e GTS/SPORT fino al 1975 delle case più blasonate: Ferrari, Alfa Romeo, Bugatti, Maserati, Porsche, Jaguar, Lamborghini, Aston Martin… importanti scuderie storiche, con la partecipazione di personaggi del mondo automobilistico sportivo e dello spettacolo.
Come ormai da tradizione, per rievocare i GP motociclistici sul circuito delle mura avvenuti negli anni ‘ 50, si sono disputate due manche dedicate alle moto da GP storiche pre 1975 con protagonista assoluto il nove volte campione del mondo Carlo Ubbiali.
Per i Soci del Fotoclub una ghiotta occasione per immortalare un evento internazionale con uno sfondo storico.

Mille Miglia in una sede particolare

In occasione dell’arrivo a Bergamo dell’edizione 2018 della storica gara, previsto per sabato 19 Maggio p.v., il presidente del Fotoclub Bergamo propone, in una personale ospitata in una sede particolarmente prestigiosa, le immagini più suggestive di passate edizioni sullo sfondo della nostra città.
N.B: Questa comunicazione necessita di un aggiornamento in quanto la Direzione dell’Ente Ospitante (Banca Intesa), verificato il grande interesse per l’esposizione riscontrato sia nella cittadinanza che nei frequentatori della Sede, ha deciso di prorogarne il termine al 29 Maggio p.v.

Il libro del mese: Elliott Erwitt – Kids

Elliott Erwitt, ha fatto la storia della fotografia mondiale attraverso i suoi scatti in bianco e nero ed è universalmente annoverato tra i grandi maestri della fotografia mondiale di tutti i tempi. Il suo stile inconfondibile, caratterizzato dal bianco e nero e dal carattere ironico, è sempre mosso da un unico grande dogma: l’osservazione come punto di partenza per la realizzazione di qualsiasi tipo di scatto, da quello per un fotoreportage, sino al personale, che Erwitt ha per lungo tempo eseguito con la sua celebre Leica M3.
FOTOGRAFIA ED IRONIA: – “Chiunque può diventare un fotografo con l’acquisto di una macchina fotografica, così come chiunque può diventare uno scrittore con l’acquisto di una penna, ma essere un buon fotografo richiede più che la semplice perizia tecnica. Basta poco per capire se qualcuno è dotato di senso di stile, senso della composizione e un grande istintività. Tuttavia, tutte le tecniche del mondo non possono compensare l’impossibilità di notare le cose”. Al centro della poetica dell’artista sta proprio l’anima della fotografia, ovvero l’osservazione. L’attenta analisi della realtà che lo circonda. Questo gli ha permesso di giocare e schernire, sempre in modo benigno, i difetti propri dell’essere umano, eliminando tutte le velleità aleatorie, per giungere alla vera sostanza. Il suo è un mondo gentile, forse un po’ troppo ottimistico e vagamente fuori dal tempo, nel quale non c’è mai spazio per violenza, guerre, crudeltà e dove non compaiono né quartieri degradati né dimore sontuose, ma dominano cani, bambini e famiglie numerose, mentre anche i personaggi famosi sono ritratti nella massima spontaneità.

Un “effetto” veramente speciale: stampa alla gomma bicromata

La “stampa alla gomma bicromata” è un processo che ha avuto la sua massima diffusione tra la fine ottocento e i primi anni del novecento.
Si tratta di un procedimento di stampa “a contatto” per cui il negativo deve avere la stessa dimensione dell’immagine finale che si vuole produrre. L’immagine si forma su un foglio di carta per acquarello dove viene stesa una miscela di gomma arabica, pigmento e materiale sensibile. Il foglio viene esposto, a contatto col negativo, ai raggi di una lampada UV (ma va altrettanto bene la luce del sole).
Le parti che prendono più luce, in corrispondenza delle trasparenze del negativo, si induriscono e diventano insolubili; mentre le parti che si trovano sotto le zone più dense del negativo rimarranno solubili in acqua, dove avverrà lo sviluppo vero e proprio dell’immagine. Sensibilizzando il foglio è possibile includere pigmenti di varia natura e colore, dare così maggiore o minore intensità cromatica, e, in seguito, intervenendo nella fase di sviluppo, si potranno schiarire le alte luci. Questo tipo di processo è la radicale negazione della “standardizzazione”: ogni immagine, realizzata rigorosamente a mano, è un unicum mai perfettamente riproducibile. L’immagine si arricchisce in modo graduale in dettaglio e profondità mediante la progressiva aggiunta di strati di pigmento che si ancorano alla carta grazie all’azione della gomma e del materiale sensibile. A ogni nuovo strato, l’immagine prende una diversa forma, spessore, tonalità mentre l’azione dell’acqua, che può essere variata per temperatura e movimento, eliminerà l’eccesso di materia rivelando, in modo singolare, le luci più intense. Anche il Socio Aldo Mapelli, autore delle immagini riportate, espone alla Mostra “Le Mura e Bergamo Alta” – Sala Manzù 18/30 Maggio 2018.