Conosciamo tutti l’effetto visivo dal sapore un po’ nostalgico del viraggio in fotografia. Chi a casa non ha un album di famiglia o la classica scatola di cartone magari un po’ sgangherata perché piena di ricordi: cartoline, lettere e appunto di vecchie fotografie dai toni seppiati? Era, infatti, l’effetto seppia quello più diffuso fino agli anni cinquanta del novecento, viraggio, detto in gergo, che si otteneva tramite un apposito bagno effettuato in camera oscura.
Lo scopo, come sappiamo, prima di essere estetico, era pratico perché quel procedimento chimico, fermando l’ossidazione dei sali d’argento, garantiva una lunga vita alla stampa così ottenuta.
E’ per questo che quelle vecchie foto dei nonni conservate gelosamente sono ancora lì, belle e vivide, dopo ottanta, cento e più anni e chissà per quante generazioni ancora.
È in questo desiderio di riscoperta delle antiche tecniche di stampa che il nostro gruppo di lavoro, anche per divertimento, ha provato a ottenere su stampe recenti un risultato molto simile, paragonabile esteticamente al viraggio chimico vero e proprio, semplicemente mediante un’accorta velatura al tè – sì avete letto bene proprio al tè – eseguita alla fine – direttamente sulla stampa.
Suggeriamo, per chi volesse provare questa semplice tecnica di velatura, di eseguirla su carte politenate che sono protette da un sottilissimo velo plastico poiché su cartoncini baritati, l’uso di liquidi come il tè, sebbene totalmente naturali, potrebbe col tempo generare delle “macchie” indesiderate che condizionerebbero la perfetta conservazione della stampa stessa.
Insomma: prendetevi una buona tazza di tè, senza zucchero prego!
Pennello, mano ferma, concentrazione e.. buon lavoro!
N.B.: La digitalizzazione non rende giustizia del risultato ottenuto, un delicato “effetto seppia”, ben visibile invece sulla stampa dell’immagine di esempio, qui riportata, ripresa sul Lago di Endine.