Foto digitale, troppo forte la tentazione di alterare la realtà

Scatto con ritocco

Da Steve McCurry agli scandali del World Press Photo, nella fotografia ci siamo ormai assuefatti al mondo edulcorato dello “storytelling”?

mccurryPer una volta sono stati gli italiani ad abbattere il mostro sacro. Da circa due mesi il fotografo americano Steve McCurry si sta giocando una carriera ultradecennale e piena di onori perché “pizzicato” nell’ultimo scandalo di fotoritocco che ha investito il mondo della fotografia. Il primo ad accorgersene è stato il fotografo Paolo Viglione, che visitando una mostra di McCurry ha notato che un particolare non quadrava in una foto scattata a Cuba: dalla gamba di un personaggio minuscolo sullo sfondo, appena visibile, spuntava un palo giallo. Si è avvicinato alla fotografia e il trucco è stato chiaro: il palo, che nella foto era vicino all’uomo, probabilmente nell’originale era dietro o davanti a lui, e qualcuno ha usato Photoshop per separare le due figure: la regola numero uno quando si fotografa un soggetto è non fargli uscire un palo da sopra la testa. Peccato che in questo caso il tecnico del laboratorio di McCurry abbia pasticciato lasciando indietro parte della modifica. Tornato dalla mostra, Viglione scrive sul suo blog della scoperta e posta online la foto del particolare incriminato. Leggendo i suoi post successivi si capisce che non aveva la più pallida idea della valanga che stava per generare. Prima centinaia e poi migliaia di appassionati hanno letto il post e hanno notato, anzitutto, che nel particolare della foto cubana il palo non era l’unico elemento che non quadrava. Altre parti della foto, come per esempio i mattoni dei muri, sembravano riprodotti con il “timbro clone”, il famigerato strumento di Photoshop che permette in pratica di spostare oggetti da una parte all’altra dell’immagine ricostruendo digitalmente il buco (quando una foto è photoshoppata, il timbro clone c’è sempre).
“All’inizio queste goffissime lavorazioni in Photoshop riguardavano dettagli microscopici, poi è iniziata tra gli utenti di internet una caccia all’errore da settimana enigmistica, e ha iniziato a saltare fuori ben altro. Moltissime foto sono terribilmente manipolate, con elementi cancellati, cose e persone spostate da una parte all’altra”. In una foto in cui un uomo spinge un carro con sopra alcuni passeggeri sono state eliminate due persone e diversi elementi sullo sfondo sono spariti. In un’altra, alcuni ragazzini sono ritratti mentre inseguono una palla da calcio sotto la pioggia e a uno di essi viene aggiunto un braccio che era rimasto fuori dall’inquadratura originale. Insomma, foto notevolmente ricostruite, che man mano che andava avanti la caccia all’errore diventavano sempre più numerose. Lo scandaluccio blogghettaro si è trasformato in una sensazione prima italiana e poi mondiale.

Leggi l’intero articolo a cura di Eugenio Cau per “il Foglio”

Rivolta analogica. Una bella segnalazione…

Carissimi, … segnalo un servizio interessantissimo de “Il Foglio” che ho scovato in rete, risalente alla primavera scorsa.
Non c’è molto da aggiungere, anche se, secondo me, l’autore denuncia involontariamente un sottile stupore e una contraddizione di fondo per questa “riscossa” dell’analogico perchè, se il fenomeno sembra stia assumendo i toni di una velata rivolta comportamentale tra le nuove generazioni, si parla infatti di Millenials e di generazione Zero, verso i consumi imposti con le nuove tecnologie digitali, e quindi sociologicamente non giustificabile come una tardiva, nostalgica reazione di qualche lupo solitario, allora questa tendenza non potrà esaurirsi facilmente in una “Moda passeggera”.
Nell’ambito fotografico ci auguriamo che anche le Case raccolgano questi continui segnali e tornino a costruire macchine fotografiche a pellicola, che oggi non sono più prodotte a eccezione dell’inarrivabile, leggendaria Leica M.
Pertanto, se questa potenzialità fosse recepita dai costruttori, assisteremmo molto probabilmente, come nel caso del vinile, ma aggiungerei anche quello ancor più emblematico degli orologi meccanici, dati per spacciati già quarantanni fa, a una rinnovata e duratura richiesta di mercato di attrezzature fotografiche analogiche.
Infine anche un invito a tutti noi che amiamo la fotografia “argentica” da sempre, a non limitarci a guardare indietro, accontentandoci talvolta di un rispettabile lavoro di testimonianza del Passato ma anzi, a “riscoprire” l’attualità – hic et nunc – dell’analogico in tutte le sue declinazioni espressive e tecniche che si tornano vere anche grazie a una nobile ribellione che inaspettatamente cova sotto la cenere creata dall’omologazione tecnologica.
Colgo l’occasione per inviarvi anche i più cordiali saluti e gli auguri di Buon Natale.

L’articolo:

Rivolta analogica

Tornano le pellicole, le Polaroid, i rullini, i vinili e la carta. Gesti, profumi e ricordi che rischiano di invertire le regole dell’innovazione.
vinileNel Regno Unito le vendite di vinili la settimana scorsa hanno superato per la prima volta i download digitali. La risurrezione dei vinili (e delle macchine fotografiche a pellicola, delle polaroid, dei libri di carta…) è un fenomeno che nessuno si attendeva nel bel mezzo della rivoluzione digitale. E’ in corso una rivolta analogica? …

una sera, un ritrovo al Fotoclub

Sembra proprio così… ogni volta che ci si ritrova al nostro Circolo emerge sempre qualche idea nuova… c’è sempre qualche Socio che lancia un suo “perché non proviamo a...” o “vediamo cosa succede se...”. In una sera, a caso, fu il nostro presidente, noto frequentatore di stampe-900-le-lastremercatini delle antichità, a portare con sé alcune lastre in vetro risalenti ai primi del ‘900, ovviamente in b/n e di vari formati dal 6×9 al 9×12. Subito la curiosità divampa e la voglia di vedere attraverso gli occhi di quegli antichi fotografi e di ripercorrere i modi con i quali fecero emergere delle immagini giunte fino a noi non si fa attendere. E allora via subito tutti in camera oscura affinché i “contatti” possano riprendere vita; suddivisi rapidamente i compiti, si prepara il rivelatore (Ilford 1+9) il bagno d’arresto (Ilford 1+19) e il fissaggio (Illford 1+9 a 20°). Si sceglie la carta multigrade (Ilford IV) e la filtratura (yellow 62, magenta 12, cyan 00). Via subito con provini e stampe a contatto: esposizione a 45″, rivelatore a 20° per 1′ e 30″, arresto 30″, fissaggio 3″, lavaggio 10″, essicamento 10″ per ritratti e gruppi mentre per i paesaggi si preferisce 15″ di esposizione e il tutto utilizzando carta a superficie lucida e un ingranditore Durst605 color con testa a luce alogena a colore e un temporizzatore Philips. Il risultato, di cui alcuni esempi, non tarda a palesarsi e grande è la sorpresa per tutti e la soddisfazione di aver riportato alla luce immagini di un periodo storico utilizzando un processo chimico tradizionale, come lo fecero i nostri avi, semplicemente attualizzato ai nostri giorni.

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Mostra su ASTINO

E’ in corso presso la sala Manzù la mostra di dipinti e poesie su ASTINO; nel corso dell’inaugurazione è stata illustrato, ed è ora esposto corredato di fotografie e disegni, il progetto di ristrutturazione prodotto come tesi di laura dall’Arch. Ivan Mologni, del Fotoclub, negli anni ’80.

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Il nostro angolo del collezionista

Grazie a una meticolosa ricerca su tutti i mercati della Lombardia, si arricchisce sempre più l’esposizione di pezzi da collezionismo (vedi la pagina relativa). E’ questa la volta di tre macchine fotografiche degli anni ’30 che, come tutte precedenti, sono tutte funzionanti e pronte all’uso.
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Iniziative del Fotoclub Bergamo

E’ancora in corso la mostra dei lavori di Henri Cartier-Bresson apertasi il 20 Ottobre u.s., già da noi segnalata, presso la Villa Reale di Monza e resterà aperta fino al 26 febbraio.
Data l’importanza e la rarità dell’esposizione, è intenzione del nostro Circolo organizzare una gita sociale, per visitarla, in un fine settimana del prossimo gennaio; chiunque fosse eventualmente interessato ad aggregarsi è invitato a contattare la nostra sede.

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